Se credi nel nostro progetto e nel valore della filosofia, questo è il momento giusto per dare una mano. Scopri come vogliamo crescere e come puoi esserci d'aiuto al seguente link.
di Giuseppe Gallelli
Una radicata mobilitazione sociale che utilizza la critica marxista e la riflessione ecologica, con l’obiettivo di coniugare lotta sociale e lotta ecologica, per costruire una società ecosolidale, sostenibile e più giusta
di Lucia Gangale
“Vivere pensando” fu la vocazione della pensatrice spagnola, tra le interpreti più raffinate del suo tempo. Oggi ancora completamente sconosciuta agli studenti liceali, per via di libri di testo che, stranamente, non si soffermano sulla sua figura e sul suo pensiero rivoluzionario, ella affermò i diritti di una “filosofia vivente”, di un “sapere dell’anima”, fatto, cioè, non di vuote astrazioni, ma profondamente calato nella vita, atto ad accogliere l’umano nella sua interezza, viscere, cuore e anima. La sua “ragione poetica”, ispirata alla poesia e alla mistica, il suo stile musicale, a tratti ironico, fatto di chiaroscuri, evoca, suggerisce e si pone in ascolto lungo il cammino dell’esistenza. Il tema della luce e quello dell’aurora che disvela ad una vita sempre nuova sono ricorrenti nelle sue pagine, che offrono una quantità di analisi di grande modernità ed attualità. L’esilio fu la cifra della sua vita. La sua attenzione fu rivolta a ciò che resta silente, al dolore di chi è emarginato, escluso, esiliato, dimenticato.
#AGOSTOFILOSOFICO
Le tecnologie digitali e le intelligenze artificiali, attraverso immagini, slogan e narrazioni mediatiche, plasmano la nostra percezione del mondo, influenzano la psiche, i desideri e le relazioni interpersonali, generando una realtà sempre più mediata e spettacolarizzata.
La difficoltà di decifrare i significanti dell’iconomania contemporanea e le conseguenze psicologiche e sociali di tale sovraesposizione sollevano interrogativi urgenti sull’uso etico di questi strumenti. Le nuove frontiere della tecnologia sono davvero democratiche e rivoluzionarie, come sostenuto dagli utopisti della connessione, o si configurano come dispositivi di distrazione che riducono l’esperienza a simulacri visivi?
Recuperando le teorie di Guy Debord, Gunther Anders e Walter Benjamin, l’articolo esplora come i media alterino la nostra esistenza, compromettano le scelte individuali e producano bisogni artificiali. In un mondo dove il reale rischia di svanire dietro la protesi tecnologica, la filosofia, l’arte, l’immaginazione e il desiderio creativo si rivelano strumenti fondamentali per riappropriarsi del senso dell’esistenza.
Lo Stato, quando non educa, punisce. Quando non capisce, reprime. Quando non sa fare politica, si rifugia nella propaganda. L’ultima proposta sulla castrazione chimica per i recidivi di reati sessuali, avanzata dal governo Meloni, è esattamente questo: un gesto di potere travestito da giustizia, uno spettacolo di forza morale offerto a un’opinione pubblica stanca e impaurita.
Continua la riflessione di Mario Magini sul tempo come enigma inafferrabile
di Mario Magini
Il tempo, crocevia tra pensiero e percezione, si presenta nella riflessione filosofica come un enigma inafferrabile, al contempo familiare e straniero. È ciò che viviamo più intimamente e comprendiamo meno: scorre dentro di noi come ricordo, attesa, durata; eppure lo misuriamo fuori di noi, come se fosse un'entità astratta, un ordine impersonale che struttura gli eventi del mondo. La filosofia, sin dalle sue origini, ha interrogato questa duplice natura del tempo: oggettiva o soggettiva? Reale o illusoria? Lineare o ciclica? In che modo, infine, la nostra mente ne produce esperienza e significato?
di Francesco Marcello
Il complesso di Edipo, creazione freudiana riferita al passaggio dalla simbiosi materna con il piccolo, fino alla successiva separazione, ha avuto a lungo, e ancora mantiene, un posto di rilievo nell’interpretazione psicoanalitica dei comportamenti maschili, dall’età evolutiva in poi. Dopo Freud, Gustav Jung, ipotizzò l’esistenza di un corrispondente femminile, che chiamò complesso di Elettra, caratterizzato da un'attrazione inconscia delle bambine verso la figura paterna. La fase in cui entrambi si manifestano, in modo più o meno evidente, è la stessa: dai tre ai sei anni. È un range temporale relativamente ampio e certamente determinante per la crescita psico-affettiva del bambino.
#AGOSTOFILOSOFICO
Questa domanda richiede di comprendere da cosa sia reso possibile. Poiché si tratta di un’azione enorme, sembrerebbe necessaria un’inerzia enorme perché accada.
A tutti coloro che si sono avvicinati alla filosofia sarà sicuramente capitato di sentirsi porre domande del tipo «Che cos’è la filosofia?» oppure «Cioè? psicologia?». A tutte queste domande saranno seguite risposte arzigogolate, terminologia specialistica e citazioni d’autore; il tutto per chiudere la conversazione con un «è complicato». Come ha scritto il filosofo francese Paul Ricœur: la filosofia non è vincolata da un solo specifico oggetto di studio e forse è da questo che segue la difficoltà nel definire la disciplina. Tuttavia, se si segue l’excursus della storia delle idee, e lo stato dell’arte della ricerca filosofica contemporanea, c’è un elemento che permette di definire la filosofia in generale. Nel seguente articolo, tenteremo di fare chiarezza su questo punto.
Il paese delle armi arrugginite di Joë Bousquet è un’opera radicalmente esistenziale, nata dalla condizione estrema dell’autore: la paralisi permanente. Attraverso una prosa frammentaria, visionaria e poetica, Bousquet trasforma il dolore fisico in pensiero metafisico, dando voce a una coscienza ferita e lucida. La scrittura diventa così spazio di resistenza e meditazione sull’amore, il tempo e la morte, offrendo al lettore un’esperienza letteraria intensa e irriducibile, sospesa sull’impossibilità del nostro desiderio.
Quando Oscar Wilde scrive De Profundis, è alla fine di tutto. È il 1897, e sta scontando due anni di prigione per “atti osceni”, dopo il processo che lo ha distrutto pubblicamente. È solo, malato, rovinato. Eppure scrive. Non per difendersi, non per accusare. Ma per restare vivo.
La deriva culturale imposta — o meglio, accolta — dalla televisione commerciale ha sostituito il pensiero critico con l’intrattenimento anestetico. La rivoluzione non è avvenuta nelle piazze, ma nei salotti di casa: una rivoluzione “mariana” incolta che ha livellato verso il basso, legittimando l’ignoranza come spontaneità e la gaffe come cifra retorica. E mentre tutto brucia dietro le quinte, applaudiamo convinti che sia solo uno sketch.
#AGOSTOFILOSOFICO
Cosa resta della gentilezza nella nostra epoca? Oltre le apparenze, sembra che un’ostilità diffusa stia erodendo i fondamenti del vivere civile. La breve conferenza ''La politesse'' del filosofo francese Henri Bergson ci offre una bussola preziosa per riscoprire il significato e il valore di questa virtù essenziale.
DONNE, GLOBALIZZAZIONE E IL MOVIMENTO INTERNAZIONALE DELLE DONNE
di Silvia Federici, a cura di Sara Ricci
Breve estratto di La rivoluzione al punto zero. Questa edizione integrale del testo di Federici è un must read che mette a nudo il ruolo centrale ma invisibile del lavoro domestico e di cura nel sistema capitalistico e raccoglie decenni di analisi e pratiche femministe, per dare voce alle lotte contro lo sfruttamento silenzioso delle donne e fornire strumenti per trasformare radicalmente il presente.
Il Defensor pacis di Marsilio da Padova rappresenta uno spartiacque nella storia del pensiero politico medievale e premoderno. Composto nel contesto delle tensioni tra Papato e Impero nel primo Trecento, il trattato si radica in due ambienti politici e culturali distinti — Padova e Parigi — e propone una nuova concezione dell’autorità fondata sulla sovranità popolare, sulla separazione tra potere civile e religioso, e sull’idea che la legge derivi dalla volontà della collettività. Influenzato dall’averroismo politico, da autori come Pietro d’Abano e Guglielmo di Occam, Marsilio elabora una delle prime teorie laiche dello Stato, sostenendo che il potere ecclesiastico non ha né funzione legislativa né coercitiva. Fondamentale in questo impianto è la distinzione tra atti intimi e atti transitivi, che legittima l’autonomia della coscienza rispetto all’ordine politico. Il presente contributo analizza l’opera marsiliana mettendo in luce il suo legame con il contesto storico e sulla sua attualità.
Un luogo comune afferma che l'uomo, messo di fronte a condizioni di vita estreme, pensi solo alla mera sopravvivenza, spogliandosi di tutti i cosiddetti "orpelli morali" che lo contraddistinguono nella vita civile. E quando la sopravvivenza perdura troppo tempo, l'essere umano può chiedersi se abbia senso continuare a vivere così, in un contesto che annulla la sua etica. Che significato può allora ancora assumere la vita, quando ci si ritrova per anni a vivere in un campo di concentramento o di sterminio, vessati da continue torture? O quando si vedono i propri parenti e amici torturati e uccisi in un genocidio di fronte al quale ci si sente impotenti?
di Antonio Lombardi
La seconda edizione del Piccolo Festival di Filosofia curato da Costantino Esposito ha posto al centro la domanda su “Che significa essere un corpo?”. La settimana scorsa, otto studiosi provenienti da università italiane ed estere si sono riuniti in Salento per dialogare su un problema che merita di essere riaperto ancora una volta, specie alla luce delle nuove sfide rappresentate dall’IA e dalle frontiere più avanzate delle neuroscienze.
#AGOSTOFILOSOFICO
Nella società occidentale in cui viviamo, i momenti negativi sono visti come qualcosa che, purtroppo, ci tocca sopportare, nell’attesa che passino e che tornino attimi di felicità. Se potessimo, vorremmo tranquillamente farne a meno, rimanendo in uno stato di costante benessere. Eppure, come alcuni grandi autori di diversi campi ci mostrano, concepire il negativo – la fatica, il dolore, la violenza, il male – come qualcosa da evitare tout court porta, inevitabilmente, a rafforzare il negativo e allontanare, al contempo, qualsiasi possibile attimo positivo.
L'AMICIZIA: UNA SFIDA ESISTENZIALE ED EVOLUTIVA
di Nunzia Capasso
Quante volte abbiamo incontrato il compagno che si mostra disponibile solo per una verifica? O chi cerca la tua presenza solo per far parte di un gruppo? Troppi. Sono legami effimeri, che svaniscono al mutare delle circostanze. Eppure, c’è chi ha avuto in sorte quell’amico il cui bene resiste al tempo e alle distanze – colui che «si ama semplicemente per ciò che è».
di Marco Fradegrada
Cave non è solo un cantautore, è un pensatore, uno scrittore, un personaggio che sembra stare sulla linea di confine tra realtà e finzione, e che ci rende partecipi delle sue testimonianze.
di Giovanni Zuanazzi
L’articolo ripercorre la ricca tradizione iconografica e letteraria del grifone, dalle sue origini antiche alle rielaborazioni medievali, evidenziando il suo significato polisemico. Particolare enfasi è posta sulle evidenze visive in contesti romanici e gotici, come il pulpito di Giovanni Pisano a Pistoia e i mosaici pavimentali, che dimostrano come il grifone fosse un simbolo cristiano riconoscibile (spesso associato al Cristo o alla vittoria sul male) ben prima dell'uso dantesco.
Corre l’anno 1979, un anno pregno di eventi storici: Margaret Thatcher diventa Primo Ministro, scoppia la Guerra tra URSS e Afghanistan, insorge il Fronte Sandinista di Liberazione Nazionale in Nicaragua e il mondo musicale vede nascere il disco che ha riscritto le sorti della musica punk, che è ormai da una manciata di anni sotto attacco dal suo amico/nemico cronologicamente successivo, il Post-Punk. Stiamo parlando del terzo album dei The Clash, London Calling, un doppio album da 19 brani per una durata di ascolto complessiva di un'ora e cinque minuti.
Il rifiuto di alcuni studenti di svolgere il colloquio orale degli esami di Stato ha scatenato l’ennesima querelle sulla scuola e sui giovani, che, come sempre, ha assunto toni manichei. È possibile una lettura di quanto accaduto che non sia faziosa e non alimenti le logiche polarizzanti dei social?
di Luciana Petrocelli
Nel cuore dell’Appennino, dove i paesi sembrano dimenticati e i muri parlano un linguaggio fatto di crepe, silenzi e tracce, un progetto musicale e poetico prova a porre una domanda semplice quanto radicale: come possiamo ricominciare a vedere, sentire, pensare diversamente l'ordinario di un'area interna? Come possiamo riscoprire un territorio non solo attraverso la memoria, ma attraverso l’immaginazione?
In Psicologia delle visioni del mondo, Jaspers, riprendendo le analisi di Max Scheler contenute in un fondamentale saggio del 1916, Il senso della sofferenza, individua quattro atteggiamenti fondamentali che l’uomo assume dinanzi alla sofferenza che investe la totalità dell’esistenza umana: rassegnazione, fuga, eroismo e atteggiamento metafisico-religioso.
LA PSICOLOGIA DELLE MASSE E LE TECNICHE DI MANIPOLAZIONE: COME ANNICHILIRE IL PENSIERO
di Vincenzo Fiore
130 anni fa con l'opera Psychologie des foules, Le Bon ci spiegava come le masse potessero essere guidate non dalla ragione, ma dall’emozione. Da Goebbels ai social, la lezione è rimasta intatta: semplificare, ripetere, controllare. Questo articolo ricostruisce la genealogia della propaganda, dai totalitarismi alle nostre democrazie distratte. Oggi più che mai la vera battaglia politica si gioca sulla non-partecipazione e sul controllo ideologico delle masse.
Nella società del giorno d’oggi, l’unica libertà concepita è rappresentata dalla volontà di chi si sente “schiavo” di diventario Padrone. Ecco un’analisi critica dei tempi in cui viviamo.
Kierkegaard ha avuto il coraggio di pensare la malattia per la morte: la disperazione. Elliott Smith l’ha cantata e suonata visceralmente. Enten/Eller, dice Kierkegaard. Either/Or, ribadisce Elliott Smith. L’esistenza è questo: scegliere fra due alternative inconciliabili, fra l’essere e il nulla, avere il coraggio di sostare sull’abisso e di compiere il salto. Ogni vita è un rischio incalcolabile.
LA CROCIFISSIONE CONTINUA: PALESTINA, O DELLA VIOLENZA COME ORDINE DEL MONDO
Che cosa resta dell’uomo quando gli si toglie la terra, la lingua, la storia, la casa? Che cosa rimane se non una nudità assoluta, un urlo disarmato che si perde nel deserto dei telegiornali, tra gli spot pubblicitari e i deliri dei talk show?
In questo articolo si riassumono brevemente i temi di un lavoro di ricerca indipendente, ancora aperto, a cui l’autore da anni si dedica con tempistiche e modalità differenti.
In Schopenhauer, Kierkegaard e Sartre si può rintracciare un’analisi profonda dell’esperienza amorosa. Nei tre pensatori, l’oscillazione tra amore-eros e amore-agape è descritta rispettivamente in una prospettiva metafisica (Schopenhauer), religiosa (Kierkegaard) ed esistenziale (Sartre). Nel graduale passaggio dall’essenza all’esistenza, la riflessione sull’amore si apre allo scacco della singolarità e dell’alterità, alle molteplici contraddizioni del sentire.