La privacy al tempo di internet

 

Con l’utilizzo sempre maggiore di internet emergono i problemi riguardanti la sicurezza e la privacy dei dati, i quali possono essere causati dai vari cookies a cui i siti ci chiedono di acconsentire, ma anche dall’uso che noi stessi facciamo delle nuove tecnologie, di internet e dei social media.

 

di Martina Scattola

 

 

Con l’arrivo di tecnologie sempre migliori, sempre più persone sono quasi perennemente collegate ai vari dispositivi e a internet: mentre prima la tecnologia era considerata uno strumento solamente dei giovani, negli ultimi tempi quasi tutte le fasce d’età sono costantemente a contatto con gli smartphones, con i computer, ecc. Ora che anche i bambini hanno accesso a internet e ai social media risulta sempre più essenziale il mantenimento della privacy e della sicurezza dei dati, le quali sono messe a rischio da molti fattori.

 

Molto spesso quando ci capita di navigare in rete, i vari siti ci chiedono di acconsentire ai cosiddetti cookies, i quali hanno lo scopo di memorizzare le nostre informazioni e di facilitare la nostra navigazione su ciascun sito: senza di loro ogni volta che si naviga su internet e si fa, ad esempio, shopping online, bisognerebbe selezionare le proprie preferenze, come la lingua usata, la valuta, ecc. In questo modo vengono raccolti anche altri dati, ad esempio quante e quali pagine visitiamo, per quanto tempo e altro.

 

I problemi sul mantenimento della privacy giungono quando i siti utilizzano cookies di terze parti, i quali mandano le nostre informazioni ad altri siti web: capita spesso di ricercare qualcosa su internet, di cliccare il fatidico “accetto” e poi di ritrovare l’oggetto della propria ricerca in un altro sito, completamente scollegato. In questo modo sembra spesso che internet ci conosca, anche meglio di noi stessi, e sappia sempre cosa consigliarci e cosa potrebbe interessarci, tenendoci così collegati allo schermo e rendendoci più difficile la disconnessione. Questi cookies, inoltre, spesso mandano le nostre informazioni anche ad app o servizi che non utilizziamo, per creare il nostro profilo e per proporci pubblicità personalizzata, che attragga la nostra attenzione.

 

 

Inoltre, quando i vari siti ci chiedono di acconsentire a questi cookies molte persone cliccano “accetto” senza pensarci troppo, senza leggere i termini sulla privacy e non cercando nemmeno di capire se si possano rifiutare; si trova raramente, infatti, anche l’opzione per rifiutarli: in questo modo se non si desidera acconsentire al raccoglimento dei propri dati non si può continuare a navigare sul sito. 

 

Cosa possiamo fare per mantenere il più possibile la nostra privacy? Il problema principale è che la maggior parte delle persone o non sa come eliminare i vari cookie a cui si è dovuto acconsentire per continuare a navigare su internet, oppure non si ha semplicemente né il tempo né la voglia per cliccare ogni volta quali cookie si vogliano o non si vogliano accettare. Inoltre, visto che molte delle pagine che utilizziamo quotidianamente sono proprio quelle che non presentano l’opzione “rifiuta”, se non siamo pronti a “vendere” le nostre informazioni non possiamo più navigarci. Durante la pandemia sarebbe impossibile andare avanti senza questi servizi, i quali ci hanno permesso e continuano a permetterci di lavorare in smart working, di studiare tramite la didattica a distanza e in generale di mantenere rapporti quando dobbiamo restare chiusi in casa.

 

Non sono solamente i cookies su internet che possono violare la nostra privacy. Un esempio può essere la cosiddetta Smart Home, la casa intelligente, nella quale tutto, ad esempio luci o elettrodomestici, è collegato ad un assistente virtuale, come per esempio l’Assistente Google, o Alexa di Amazon. I vari dispositivi presenti nella casa contengono al loro interno piccoli computer, i quali permettono che vengano collegati a internet e quindi comandati a distanza, ad esempio attraverso lo smartphone. Questa modalità differisce dai soliti telecomandi in quanto questi dispositivi sono in grado di raccogliere, o sul dispositivo o direttamente in rete, informazioni sulle proprie modalità di utilizzo e sulle proprie preferenze. In questo modo molti prodotti sono poco sicuri e non sono protetti da eventuali attacchi: si può benissimo immaginare cosa accadrebbe se un baby monitor o una telecamera venissero attaccati, permettendo ad hacker di vedere all’interno della propria abitazione. Un qualsiasi dispositivo poco sicuro potrebbe portare a più gravi violazioni della privacy e anche a compromissioni dei propri dati personali, dalle e-mail alle password.

 

 

Molto spesso però sono le persone stesse a non curarsi molto della propria privacy, ad esempio attraverso l’uso dei social media. Molti, ricercando visualizzazioni e iscritti, finiscono per rinunciare alla propria riservatezza, postando ogni aspetto della propria vita e anche informazioni su di sé, e spesso non prestando molta attenzione a chi ci può accedere.

 

Come è possibile allora mantenere la propria privacy continuando a utilizzare internet e i vari servizi, data la loro importanza nella nostra vita quotidiana? Gli strumenti più importanti sono il buon senso e l’attenzione: bisogna innanzitutto stare attenti a quali siti si utilizzano, i quali potrebbero essere poco sicuri, a cosa si acconsente utilizzando internet e a cosa si condivide attraverso i social.

 

22 settembre 2021

 









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