Io e gli altri

 

Quante volte ci è capitato di ritrovarci di fronte ad una scelta importante della nostra vita e nell’indecisione abbiamo scelto superficialmente. Quante volte abbiamo preferito fermarci ad una prima apparenza e non andare in fondo alle cose. Quante volte non abbiamo pensato alle conseguenze che avrebbe potuto causare una nostra azione. Quante volte ci siamo disperati per un problema senza nemmeno considerare quale sarebbe potuta essere la soluzione. Ogni volta che lasciamo indietro anche un solo particolare legato ad un certo fenomeno non ne comprendiamo né la causa né lo scopo e non possiamo far altro che cadere nell’errore, sprofondando nella nostra ignoranza.  

 

di Cristina Tessarollo

 

 

La comprensione di una parte implica la comprensione del tutto. Troppe volte pensiamo di poter vivere la nostra vita disconnessi dagli altri, senza badare a chi ci sta intorno, a cosa accade al di fuori di noi, proprio perché pensiamo non ci riguardi. Dev’essere capitato a tutti di essersi ritrovati più o meno coscientemente di fronte a una scelta e di essersi comportati superficialmente a causa della difficoltà di determinare quale tra le possibili strade da percorrere fosse la migliore. Probabilmente quella particolare scelta avrà determinato una conseguenza che non avrà reso soddisfatto né chi l’ha compiuta e nemmeno tutti coloro che erano contemporaneamente coinvolti nella medesima situazione.

 

Contrariamente a quelle che probabilmente sono le aspettative della stragrande maggioranza delle persone, è proprio così: ogni nostra scelta, anche quella che ci appare più personale o isolata, in realtà coinvolge un grandissimo numero di altri fattori: altre persone, altre situazioni, altre dinamiche, altre scelte, e così via; ed ogni fattore è a sua volta strettamente legato ad innumerevoli altrii: a partire dalle cause della scelta in una data situazione, per passare al motivo per cui si è giunti a determinate condizioni, giungendo allo scopo nell’eventualità in cui si fosse in uno stadio così avanzato da essere consapevoli dell’esistenza di quest’ultimo e, a sua volta, delle sue infinite implicazioni.

 

Ciascuno dovrebbe comprendere quanto ogni nostra azione sia strettamente legata a mille altre e, se riconosciamo l’importanza di dare un senso alla nostra esistenza da essere in grado di spiegarlo autonomamente, sarebbe importante capire una volta per tutte che niente esiste o può essere considerato singolarmente, ma tutto ciò che esiste, esiste perché è in relazione con qualcos’altro, esiste in funzione di qualcun altro, per qualcun altro.

 

Questo modo di vedere la realtà – ai molti sconosciuto – è anche quello che rispecchia al meglio il quotidiano svolgersi della nostra vita e coincide inoltre con la via per trovare la risposta ad ogni quesito che consideriamo irrisolto, ad ogni incognita di fronte alla quale ci fermiamo, ci arrendiamo e che si rivela essere così un ostacolo. Spesso infatti non ci spingiamo oltre quando incontriamo anche banali difficoltà per il semplice fatto che, coscienti o meno di questo, non siamo all’altezza di trovare una soluzione, ma soprattutto di elaborare una spiegazione articolata che tenga conto della complessità.

 

Questo accade perché ragioniamo ponendo la possibile soluzione su un piano diverso rispetto al problema. Inoltre, molto spesso non prendiamo in considerazione le cause del fenomeno in esame compromettendo dunque la comprensione del problema e la conseguente individuazione di una soluzione coerente. Possiamo pertanto intuire quanto sia importante studiare e analizzare assieme a tutte le altre specificità del caso anche le cause, per non ignorare le infinite relazioni che esse implicano e che si rivelano essere essenziali a comprendere ogni singola parte che non dev'essere tralasciata. Le cause, che possono sembrare infatti cosa opposta rispetto alla soluzione cercata, sono in realtà una delle parti fondamentali. In altre parole: per comprendere un concetto – per esempio nel trovare una soluzione al problema – è necessario conoscere tutte le relazioni che esso ha con ogni altra parte che ne costituisce la totalità e permette dunque al concetto di esistere.

 

 

Dovremmo quindi applicare quanto appena descritto alla nostra vita di ogni giorno e ci renderemmo conto che tutto diventa più accessibile ad ognuno. È fondamentale considerare le relazioni che sussistono tra noi e gli altri per essere capaci di compiere scelte al meglio e allo stesso tempo per essere all'altezza di qualsiasi situazione si presenti. Ragionando in questi termini si creerebbero le migliori condizioni per favorire un confronto costruttivo, ma soprattutto per poterlo sostenere. Saremmo di conseguenza in grado di dimostrarci responsabili di quanto dichiariamo e del motivo per il quale pronunciamo ogni singola parola che andrà a costituire la totalità del nostro discorso.

Al giorno d'oggi sono pochi coloro che sanno render conto delle proprie scelte e giustificare le proprie azioni; tuttavia, per comprendere ancor più a fondo il motivo per cui siano ancora molti a non avere le capacità di esprimersi correttamente, è necessario fare un passo indietro.

 

Per acquisire una certa capacità è importante abituarsi fin da subito ad essere consapevoli di quanto si afferma ed è proprio quando si impara a parlare e ad esprimersi che si dovrebbe apprendere come farlo nel migliore dei modi. Ma com'è possibile raggiungere un livello di eloquenza tanto alto e degno? Con l'educazione, anzi con una corretta educazione.

Come sostiene con fermezza Aristotele: «Bisogna educare i ragazzi con le abitudini prima che con la ragione, nel corpo prima che nella mente» (Politica, libro VIII); è questa l’ottica in cui inserirsi, ovvero nell’essere abituati fin dall’inizio a compiere una certa azione o a sviluppare un dato concetto, evitando di rimanere in attesa di un momento in cui si migliorerà, perché così facendo quel momento non potrà mai essere raggiunto.

 

Ognuno di noi è formato e istruito fin dall'inizio del suo percorso di sviluppo del linguaggio e del pensiero da una istituzione conosciuta come scuola. Questa, secondo quanto molti sono portati a pensare, dovrebbe fornire le basi per il futuro, dovrebbe sviluppare un pensiero critico in ogni membro che ne fa parte, dovrebbe insegnare ad ognuno come gestire se stesso e costituire un'esperienza fondamentale per poter vivere al meglio al di fuori della scuola stessa, nel mondo del lavoro, in un altro percorso di studi, nella quotidianità.

 

Nel caso in cui si scelga di intraprendere un altro percorso di studi, solitamente si aspira a realizzare se stessi e i propri sogni, spesso si ha una grande ambizione o si persegue un obiettivo. Per avvicinarsi al raggiungimento di quest'ultimo è fondamentale capire come si affronta il proprio percorso e interrogarsi per comprendere se ciò che si sta facendo sarà davvero utile al futuro a cui si mira oppure del tutto irrilevante tanto da diventare controproducente a lungo termine.

 

 

La maggior parte delle volte infatti, tutte le nozioni fornite dalla scuola, vengono ripetute dagli studenti, che si ostinano a voler imparare tantissime informazioni, senza rendersi conto che non stanno imparando nulla, se non la capacità di ripetere quanto viene esplicitato già da qualcun altro in precedenza con le stesse parole. Sicuramente tutti coloro che dichiarano di studiare e di conseguenza di prepararsi al futuro, ripetendo informazioni incessantemente, non capiscono che cosa stanno ripetendo, o il perché lo stanno facendo; non si chiedono mai quale sia il motivo del metodo che stanno applicando e a che cosa li porterà – se valutiamo la possibilità che effettivamente tale metodo possa condurre in qualche posto sicuro.

 

Questo accade proprio perché pensiamo che l’oggi non sia in relazione con il domani, che la scuola sia solo un capitolo della nostra vita, che ciò che studiamo al mattino non abbia alcuna relazione con quanto facciamo al pomeriggio, con le nostre passioni o con i nostri maggiori interessi. Andando più nello specifico possiamo dire che spesso si è convinti che la filosofia non abbia alcuna relazione con la storia, con la fisica o con la matematica. Possiamo notare infatti che la maggior parte delle volte vengono approcciate le singole materie senza mai riflettere sul fatto che l’una implichi l’altra e che nessuna possa essere compresa se non ammette l’esistenza di tutte le altre.

Nella dinamica scolastica abituale è facile riscontrare che gli studenti non sappiano riconoscere il motivo per il quale ogni giorno vanno a scuola. Se ponessimo questa domanda a qualche studente probabilmente la risposta più scontata sarebbe "io vado a scuola per prepararmi per il futuro" o "vorrei ottenere un titolo di studi che mi permetta di avere un lavoro che paga bene". Tutti questi ragazzi, giustificando il loro percorso con risposte di questo genere, dimostrano di non sapere che cosa effettivamente sia il futuro. Molti hanno un’idea del futuro completamente discorde e decontestualizzata rispetto alla realtà. Non si rendono conto che il futuro corrisponde con l'oggi e non è un punto remoto. Si compie un errore a considerare il futuro come un obiettivo da raggiungere, ma al contrario si dovrebbe comprendere che lo si costruisce e di conseguenza lo si affronta giorno per giorno. Proprio per questo motivo ogni persona dovrebbe innanzitutto capacitarsi del fatto che non verrà un momento in cui si starà vivendo il futuro. In molti, a causa dell'ignoranza scaturita da una scorretta educazione, considerano quest’ultimo una parte a sé stante rispetto al presente da loro vissuto. Così facendo ci si ferma sulle proprie convinzioni e ci si ritroverà in difficoltà anche di fronte a banali problemi.

 

Anche in questo caso vale la prospettiva di Aristotele: è infatti necessario per gli studenti abituarsi ed essere consapevoli di star vivendo giorno per giorno il proprio futuro; mentre sarebbe controproducente pensare di prepararsi per affrontare un futuro indeterminato, ovvero un qualcosa che non si conosce, perché perdere la motivazione e compiere azioni poco coscienziose sarà il passo successivo. Sta proprio nell’educazione, ovvero nell’educare, il compito di far emergere le potenzialità che ciascuno ha, affinché ognuno possa rendersi conto delle proprie doti e svilupparle. In questo modo crescerebbero allo stesso tempo anche la motivazione e il desiderio di miglioramento.

 

La chiave di tutto starebbe dunque nel comprendere che non è possibile considerare una parte distaccata dalle relazioni che essa ha con tutte le altre parti, che in particolar modo non sarebbe possibile distinguere il futuro dal processo evolutivo che ha portato al prepararsi di esso: ogni singolo giorno è parte di esso, ogni giorno presente è già un giorno futuro.

 

11 giungo 2022

 









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