di Stefano Vernamonti


«L’uomo ha in comune con pochissimi mammiferi superiori il curioso privilegio della cittadinanza di due mondi: egli infatti incontra ogni giorno alternativamente due distinti tipi di esperienza - hýpar e ónar li chiamavano i greci - ciascuno con la propria logica e i propri limiti, e non ha ragione di ritenere l’uno più valido dell’altro», scriveva Eric Dodds nel suo I Greci e l’Irrazionale. La serie TV The Sandman riporta lo spettatore, tramite la divina concezione onirica dei Greci, a confrontarsi con limiti e possibilità di questo connubio [sono presenti spoiler nell’articolo]. 




Una riforma della politica che porti ad una maggiore rappresentatività è qualcosa che i politici sbandierano da diverso tempo, tuttavia, non c’è ancora stato un autentico cambiamento. La riforma della politica si riduce, molto spesso, a cambi di nomi e di simboli agli organi di rappresentanza o alla nascita di piccoli movimenti dal basso del tutto ininfluenti e facilmente corruttibili. Occorre quindi interrogarsi circa le cause di questo fenomeno d’immobilismo, senza ricorrere a risposte ingenue ed emotive. Nel seguente articolo tenteremo di proporre un’interpretazione della scarsa rappresentatività della politica e della mancata riforma.



di Giulia Bertotto


Contatto, odore, allattamento, riconoscimento tattile e rassicurazione fonetica della madre, sono infatti bisogni primari etologici, biologici e ontologici non surrogabili che fondano la capacità di attaccamento, affettività e autostima nel bimbo e quindi nell'adulto.



di Annalisa Boccucci


Una delle posizioni più condivise e diffuse quando si affronta il tema della bellezza e l’azione di godimento estetico si esplica nel considerare il bello come massima espressione della soggettività e si concretizza nell’assunto popolare “non è bello ciò che è bello, ma è bello ciò che piace”. Analizzando, tuttavia, queste parole sotto la lente d’ingrandimento della riflessione della filosofia dell’arte ci si chiede: è realmente possibile pensare al piacere estetico come ad un concetto? Se il bello è soggettivo, perché la percezione di alcuni prodotti artistici suscita, in gran parte degli uomini, un senso di forte appagamento? Che cosa si intende per valore “universale” di un oggetto estetico?




Rispondere alla domanda «Di cosa parliamo quando parliamo di agnosticismo?» significa fare i conti con le conseguenze di una tale scelta e assumere su di sé un impegno etico specifico. L’agnostico vive costantemente la soglia, il limite come dimensione di senso e condizione di possibilità stessa della vita, tesa tra due limiti, appunto, oltre i quali la ragione non può spingersi. Questa condizione peculiare è anche e soprattutto una condizione etica nel senso più ampio del termine. Un’etica, che è però quella di un agnosticismo scomodo, che sa attingere sapientemente da una parte (fede) e dall’altra (ateismo), per abitare la domanda delle domande facendosi trasformare da essa. 




Qual è il ruolo della fotografia all’interno della nostra società? Ha ancora un significato sociale e culturale, riesce ancora a esprimere il ruolo che gli esseri umani tengono col mondo? Nel racconto L’avventura di un fotografo, contenuto all’interno del libro di Italo Calvino Gli amori difficili, emergono riflessioni antropologiche sulla relazione e sull’evoluzione che l’essere umano ha con gli oggetti e col mondo.




La guerra nasce da un malinteso e può essere concretamente risolta solo restando all’interno di quello stesso malinteso.




Siamo costretti a vivere all’interno di un sistema che ci obbliga a ostentare il nostro stile di vita con il tacito ricatto di escluderci se non lo facciamo, se non consumiamo abbastanza e non lo mostriamo. Questo vale anche per le nostre vacanze.




Attivare attraverso immagini brutali la pena, la paura, l’odio, il disprezzo, ci porta inevitabilmente a parteggiare per le vittime e allo stesso tempo a una semplificazione eccessiva. Ci inducono a parteggiare per l’aggredito, come normale che sia, ma non a riflettere sulla drammaticità dei corpi violati, ovunque sia il fronte su cui si trovino a combattere.




L'uomo, nel corso della sua vita, affronta il cozzare delle proprie aspirazioni contro i limiti della realtà in cui vive. Limiti che sembrano vincolarlo a determinate scelte. L'individuo singolo deve rassegnarsi a un destino determinato o può lottare per affermare i propri ideali?





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