di Giuseppe Montana


Nel presente articolo intendo mostrare come gran parte delle intuizioni leibniziane, quelle di maggiore pregio o folgoranti per profondità e concentrazione, costituiscano dei dettagli luminosi che lo Hegel ha saputo cogliere con altrettanta incomparabile lucidità, potenziando invero lʼarmamentario esplosivo della sua dialettica.




La società di oggi risulta essere sprovvista di una metanarrazione appoggiata dai più. Si vive in balia di un futuro non precisato, dove le persone tendono ad avere uno sguardo di indifferenza su ciò che accade e su ciò che si deve fare. Se la torre di Babele permette di identificare il crollo dei modelli, le parole di Qoelet aiutano a sottolineare le conseguenze di quello. Come l’Ulisse Dantesco, ci troviamo alla volta dell’infinito, ma la mancanza di una direzione forse non è una situazione tutta rosa e fiori.  




Vissuto al tempo della massima espansione dell’assolutismo, Pascal indaga con lucidità e acume tutte le caratteristiche del potere tirannico, scavando negli abissi del cuore umano e delle sue recondite ragioni. Ne conclude che il desiderio di dominio riguarda indifferentemente tutti gli uomini ed ha la sua radice nella concupiscenza e nell’amor proprio. Egli definisce le caratteristiche della tirannia nei Pensieri ed insegna come maneggiarla con cura nei Tre Discorsi sulla condizione dei grandi.




Le società animate da un’identità nazionale condivisa sono necessariamente più bellicose, autoritarie, ed esclusive? Nelle prossime pagine si cercherà di argomentare in favore di una risposta negativa a questa domanda, cioè di sostenere che la presenza di un sentimento nazionale diffuso è pienamente compatibile con la pace, la democrazia, e l’immigrazione. 




L’identità nazionale è un fenomeno sociale da trascurare o da tutelare? L’obiettivo di questo breve testo è considerare alcune argomentazioni a supporto dell’opinione per cui l’esistenza di un sentimento nazionale, condiviso all’interno della comunità, è un fatto positivo. 




L’Europa ha respinto la possibilità di una Costituzione; l’Europa non è in grado di pensare l’essenza di una Costituzione – perché da tempo non è più in grado di pensare metafisicamente. Siamo così lontani dal pensiero metafisico che lodiamo il suo abbandono.



di Davide Gobbicchi


Questo articolo prova a spiegare l’attuale stato critico della situazione ambientale mondiale attraverso un’analisi della concezione di sé stesso e di cosa lo circonda che l’uomo occidentale ha sviluppato nel corso dei secoli e poi esportato nel resto del mondo.



di Antonio Spoletta


La disquisizione sulla libertà all’interno del mondo filosofico è sempre stata centrale, produrre nuove concezioni di libertà ed immaginare un mondo più libero sono imperativi dai quali è impossibile sottrarsi. Nick Srnicek e Alex Williams irrompono nel dibattito tramite la libertà sintetica, un’idea innovativa nata in contrasto allo Stato liberale e con il fine di espandere e tracciare la libertà nella società post-capitalista. 



di Giuseppe Galelli


Un libro per trovare, attraverso la pratica della nonviolenza, idee ed energie per acquisire potere e costruire una società più giusta.




Nel nostro tempo è sempre più comune un richiamo insistente alla meritocrazia, l’idea cioè che i più capaci e meritevoli devono emergere dalla massa ed essere riconosciuti come tali. Ma nella nostra società si può parlare davvero di meritocrazia? L’istruzione, che in questa visione dovrebbe essere il meccanismo che seleziona una capace classe dirigente, assolve davvero il suo compito? L’analisi delle condizioni socioeconomiche che hanno fatto emergere il concetto stesso di meritocrazia nella nostra epoca è sufficiente a suggerire il contrario: non solo, si può anche vedere che in un mondo di disuguaglianze parlare di meritocrazia assolve a una funzione ben precisa.





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