Il riemergere della destra: perché non se n'è mai andata

 

L’arma più potente è la paura. La speculazione su tale sentimento è il metodo più efficace. S’individua un capro espiatorio e gli si addossano tutte le colpe, fomentando il popolo a credere che l’eliminazione di questo capro risolverebbe tutti i mali. Ogni principio morale sembra svanire quando ci viene toccato un piccolo pezzo della nostra libertà e ci si affida di conseguenza a chi ce lo potrebbe ridare.

 

 

Dai Paesi considerati democratici ‒ Unione Europea e Stati Uniti in primis ‒ arriva un messaggio che fa allarmare i nostri intellettualoidi postmoderni e i sostenitori dei più disparati diritti e delle più disparate libertà. La Destra sta tornando e nelle ultime elezioni politiche sta avendo dei buoni risultati. Per Destra s’intende quell’ideologia che ha come fondamento un giudizio xenofobo, razzista, in qualche caso neo-fascista o neo-nazista e che, in generale, sfrutta le situazioni di difficoltà di una Nazione per emergere, ponendo delle soluzioni facili e immediatamente esercitabili per aizzare il popolo ed ottenere consensi. Con il presente articolo non voglio sostenere che l’indignazione per questo tipo di fenomeno sia sbagliata, ma solo far vedere come i suoi tratti principali sono ormai l’essenza dell’uomo postmoderno.

 

Partendo dall’Italia si può vedere che, secondo i sondaggi, la Lega ha il 14,3 % ‒ tutta la coalizione di Centro-Destra, che al momento è la più ampia del nostro Paese, ha il 36,6 % ‒ (fonte: Index Research, dati del 30 novembre 2017). Ad Ostia poi, durante le ultime elezioni amministrative, CasaPound ha preso oltre il 9% dei voti, sfruttando le difficoltà di un municipio che era stato sciolto per Mafia. In Europa il Front National di Marine Le Pen alle presidenziali del 2017 ha preso il 21,30 % e AFD (Alternativa per la Germania) nelle legislative tedesche di settembre 2017 ha preso il 12,64 %. Per concludere con l’elezione a presidente degli Stati Uniti d’America di Donald Trump lo scorso gennaio.

 

Nella foto da sinistra verso destra: Geert Wilders, Frauke Petry , Harald Vilimsky , Marine Le Pen, Matteo Salvini
Nella foto da sinistra verso destra: Geert Wilders, Frauke Petry , Harald Vilimsky , Marine Le Pen, Matteo Salvini

 

Si è pensato, con la sconfitta del nazifascismo e la morte di Hitler e Mussolini, di aver risolto il problema della Destra in Europa e nel mondo, ignorando le radici profonde di questo tipo di ideologia. La realtà però parla una lingua diversa e ci fa vedere che, a distanza di anni, il sottosuolo ideologico di quei partiti non si è estinto. Per precisare meglio, com’è doveroso in questi casi data la delicatezza dei fatti accaduti e delle persone coinvolte, non voglio minimamente mettere sullo stesso piano Hitler e Mussolini ai politici di Destra contemporanei, ma mi piacerebbe far vedere come alcune idee presenti 100 anni fa non siano scomparse.

 

L’arma più potente è la paura. La speculazione su tale sentimento è il metodo più efficace. S’individua un capro espiatorio e gli si addossano tutte le colpe, fomentando il popolo a credere che l’eliminazione di questo capro risolverebbe tutti i mali. Ai giorni nostri il capro espiatorio sono tutte quelle persone che si stanno spostando dall’Africa e dall’Asia Minore per venire in Europa. Questa situazione di caos, dovuta alla mancanza di preparazione ad un fenomeno di così ampia portata, sta generando dei problemi nelle nostre città, aumenta la povertà delle persone, le quali si affidano sempre di più alla criminalità. In questo terreno ha gioco facile la Destra contemporanea, suscitando odio e chiusura nei confronti di queste persone, accontentando così il cittadino medio che si sente minacciato e vuole maggiore sicurezza per sé e la sua famiglia. Ogni principio morale sembra svanire quando ci viene toccato un piccolo pezzo della nostra libertà e ci si affida di conseguenza a chi ce lo potrebbe ridare. La nostra maturazione, che secondo alcuni dovrebbe essere avvenuta dopo la Seconda Guerra Mondiale, in queste circostanze non sembra palesarsi, ma piuttosto ci stiamo sempre di più dimenticando cosa è accaduto.

 

Scena del film V per Vendetta: il governatore Adam Sutler
Scena del film V per Vendetta: il governatore Adam Sutler

« Alimentati dai media, la paura e il panico si diffusero rapidamente, separando e dividendo il Paese. Finché non s’individuò il vero obiettivo. Prima della crisi alla Sainte Marie nessuno avrebbe predetto i risultati delle elezioni di quell’anno, nessuno. […] Ma il risultato finale, la vera genialità del piano fu la paura, la paura diventò lo strumento ultimo del governo. » (V per Vendetta, 2005, James McTeigue)

 

« La paura di perdere la libertà è una delle cause della tirannia. » (Nicólas Gómez Dávila, Notas)

 

La comprensione dell’accaduto (l’orrore delle Guerre Mondiali e la Shoah) non c’è stata. Lo sviluppo del pensiero, basato su una concezione relativista-nichilista, non ha permesso di giudicare correttamente quanto successo e per questo gli errori non sono stati superati. Ci è parso solamente conveniente evitare ulteriori guerre e discriminazioni, data la brutalità delle azioni in cui siamo incorsi ed il pericolo di estinzione della nostra specie. Non appena però il dolore si farà lontano ed il ricordo sempre più sbiadito, si ritornerà a seminare morte e a sopraffare il più debole ed il diverso, come s’intravede nell’ideologia di alcuni partiti e movimenti che stanno emergendo in questi anni. Siamo un po’ come dei figli fumatori, che vanno a trovare loro padre in ospedale che soffre di un cancro ai polmoni. Prima di entrare spengono la sigaretta e quando escono la riaccendono. Siamo in balia della schizofrenia più totale: quando c’è posto di fronte ad un particolare cruento proviamo compassione e malinconia, ma non appena quel particolare ci viene tolto da sotto gli occhi, torniamo a fare quello che facevamo prima. 

 

George Grosz, "I pilastri della società" (1926)
George Grosz, "I pilastri della società" (1926)

La maturazione in senso proprio non c’è stata: ciò che ci ha spinto ad agire in un modo apparentemente buono è stata la paura delle conseguenze. Tale paura, dopo la Seconda Guerra Mondiale, ha portato gli Stati a riunirsi in democrazie, al fine di concentrare il potere su più persone possibili, data la distruzione portata da uomini singoli al comando. La democrazia si è diffusa con la sconfitta militare dei poteri assoluti, non perché si è ritenuto giusto il fatto che tutti partecipino al governo, ma in quanto è stata utile al fine di allontanare il più possibile gli orrori della guerra scaturita dai regimi autoritari.

 

« Il più potente argomento in favore della democrazia è il fallimento dei suoi avversari nel trovare un sistema che lo rimpiazzi, nonostante l’impotenza dei suoi sostenitori nello scoprire ragioni valide che lo giustifichino. » (Nicólas Gómez Dávila, Notas)

 

I principi fondanti che guidavano i poteri assoluti non sono stati compresi e superati e questo emerge ora in modo più esplicito con la questione dei migranti, dimostrando come l’uguaglianza e la dignità della persona non sia stata fatta propria da molti di noi. Se veramente avessimo compreso l’importanza che ha l’essere umano e se veramente considerassimo gli uomini tutti uguali, come potremmo votare partiti come la Lega in Italia, il Front National in Francia, l’AFD in Germania o Trump negli USA, i quali fanno della discriminazione di alcune parti della popolazione il loro punto forte di governo? Ciò che è vero invece è che diamo il nostro supporto politico a chi ci dà maggiori garanzie di fronte alla paura del diverso e di veder sfumate le nostre certezze.

 

Nicólas Gómez Dávila
Nicólas Gómez Dávila

 

« Fra eguali la forza fonda il diritto, perché in quel caso, e lì soltanto, la forza è qualità, vale a dire ciò che distingue. » (Nicólas Gómez Dávila, Notas)

 

Non ci rifacciamo ad altro, se non al principio della forza, lo stesso che hanno usato i fautori della Shoah e delle Grandi Guerre, con la sola differenza che loro avevano maggiori mezzi per esercitare il potere, rispetto a noi che siamo imbrigliati dalle strutture democratiche, che ci siamo dati al cospetto della morte e della desolazione dei primi anni del ‘900. Per questo è possibile affermare che la Destra non se n’è andata dallo scenario Occidentale: si era solamente quietata, non compresa e superata.

 

Per concludere vorrei portarvi uno scolio di Nicólas Gómez Dávila, nel quale è espressa la voglia per una vera ed autentica rinascita del genere umano e non un mero giustapporre concetti di libertà, utili ad arginare momentaneamente chi è più forte di noi. Questo anelito per qualcosa di migliore rispetto a quello che ci viene offerto oggi è il solo sentimento che ci può aiutare a rimetterci in gioco e comprendere veramente il passato per non ripetere vecchi errori, come quello di affidarsi a principi di Destra.

 

« Ammirare senza invidia e senza odio è la sola maniera di riscattare la magnificenza del mondo la cui passione ci fu strappata dalla nostra mediocrità. Ma il nostro astuto orgoglio cospira instancabilmente per intorbidire con i suoi giudizi diffamatori lo specchio di quell’intelligenza che sola può restituirci la nostra eredità perduta. » (Nicólas Gómez Dávila, Notas)

 

9 dicembre 2017

 

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