Società liquida: liberi di essere schiavi

 

Società liquida, libertà fattasi schiavitù, individui atomizzati in balia del sistema. Il sistema è democratico e molti si cullano di essere liberi. Intanto il sistema ha saldato già le radici nelle menti e nei cuori degli individui. La metafisica capitalistica, in sé antimetafisica, è penetrata nel profondo dell’uomo e da lì corre verso la distruzione di questo.  

 

di Alessio Canini

 

Illustrazione di Steve Cutts
Illustrazione di Steve Cutts

 

La sola ragione del capitalismo non sarebbe arrivata da sola, forse, ad un livello di persuasione e di indottrinamento così elevato senza l’aiuto del nichilismo e del relativismo, che, si badi bene, derivano da processi culturali e non riferibili alla struttura economica. La filosofia postmoderna oggi dominante ha spazzato via ogni qualsivoglia riferimento assoluto, ogni progetto superiore ed ogni possibilità di dialogo (la palude del relativismo non lo permette): gli individui sono atomizzati.

 

Processi apparentemente piuttosto distanti dal capitalismo, ma che, in sinergia, hanno contribuito e continuano tuttora a spazzare via ogni barriera all'inarrestabile vortice del sistema fattosi “Ragione”. Gli individui sono privi non solo di radici terrene, ma anche di radici spirituali. Essi si trovano immersi in una mole sterminata di informazioni, in un mondo sempre più interconnesso, la cui complessità ci rende piccoli ed insulsi. L’uomo, dunque, ha perso le fondamenta del suo costruirsi come individuo autonomo, come spirito razionale. Non bastasse ciò, se l’individuo non riesce più a costruirsi, poiché gettato in un mondo pieno di distrazioni, di futilità e di ciò che è puramente materiale, non potrà costruire nemmeno solide relazioni sociali.

 

Zygmunt Bauman (1925–2017)
Zygmunt Bauman (1925–2017)

La società, cioè, diventa liquida; e l’uomo diventa incapace di relazionarsi autenticamente. Società liquida, perché l’uomo è diventato liquido; e così anche l’amore. Bauman docet. Ecco che la divisione in classi viene supportata (poiché vige ancora la disuguaglianza) e superata (per meccanismo e funzionamento) dalla costruzione di una società atomizzata e liquida. Ecco gli uomini vagare nel nulla, incapaci, ora, di provare autentiche emozioni, di instaurare autentiche relazioni. Il tutto viene aggravato dalla sub-cultura del sistema. La decadenza della cultura e dello spirito critico si aggrava, il linguaggio diviene rozzo e sempre più semplice. La complessità di pensiero viene impedita dalla mancanza di una complessità di linguaggio. Anzi. Si è passati alla banalizzazione del linguaggio, come, ad esempio, è accaduto per l’utilizzo della parola “amore”. La degenerazione culturale scade nella banalità e nella superficialità di pensiero. Tutti puntano a diventare self-made man, a costruirsi come uomini di successo, tentando o illudendosi di superare le barriere intrinseche del modo di operare del capitalismo. Vi sono pochi individui dalle ricchezze spropositate; il resto, non è altro che una massa di potenziali capitalisti, che “vivono” una vita di illusioni e vani sacrifici, corrodendosi nell’idea di arrivare ai vertici del sistema. Ogni individuo deve, per l’appunto, competere e scalare le vette della società. Gli individui sono educati all’istinto egoistico del vincere gli altri e, al tempo stesso, si corrodono nell’invidia dell’altro, di chi possiede di più e appare meglio. Apparenza, bramosia di successo e ricchezza, degenerazione culturale.

 

Aldous Leonard Huxley (1894–1963)
Aldous Leonard Huxley (1894–1963)

Non dimentichiamo, infine, i mezzi di ingegneria sociale per tenere buone le masse. Quale migliore schiavitù se non quella mascherata da libertà? Il successo del sistema e della sua “Ragione” risiede soprattutto in questo: nell’aver abilmente mistificato i concetti di schiavitù e di libertà. Chi non crede, oggi, d’essere libero? La libertà è stata confusa con la liberazione dei piaceri e degli istinti, col plus-godimento acefalo, direbbe Fusaro. Il soddisfacimento di ogni desiderio non è solo fonte della falsa libertà, ma è anche diritto, adesso. L’intero pensiero cristiano ha educato alla virtù e al governo di sé. Oggi, invece, il paradigma si è invertito. Grandi pensatori avevano previsto come la schiavitù sarebbe potuta essere scambiata per libertà, come notò acutamente Huxley, ad esempio. La sessualità, in particolare, è la chiave del successo dell’ingegneria sociale. La fonte della libertà è vista nella liberazione dell’individuo da ogni dogma e da ogni precetto o vincolo che impedisca il soddisfacimento delle proprie voglie. La corruzione del concetto di libertà è a fondamento di un complesso sistema di controllo attuato dal sistema vigente. La Ragione-mondo vince e continuerà a farlo, in sostanza, perché si è permesso all’uomo di farsi dirigere dalla razionalità più becera e meschina, e, dunque, dai suoi istinti peggiori. Tutto ciò è stato aggravato da forze di grande impatto che hanno rafforzato il vortice di distruzione intrinseco del sistema, come abbiamo prima sottolineato.

 

Illustrazione di Marco Melgrati
Illustrazione di Marco Melgrati

 

In sintesi, mentre gli uomini credono d’essere liberi, il sistema impone agli individui una visione preconfezionata del mondo e della vita, che calza ad ogni individuo e che, se consentito, diverrà parte di ciascuno di noi. Il sistema ha una sua propria ragione intrinseca, ma, al tempo stesso, impone agli individui una sub-ragione che gli permetta di vivere le proprie vite in condizioni illusorie. Ora, la Ragione-mondo permette sì al sistema di perpetuarsi, ma è divenuta, al tempo stesso, nella sua forma ramificata di sub-ragione, Ragione-di-vita degli individui, nonostante il carattere perentorio di pura materialità e assoluta negazione della trascendenza. La Ragione-mondo è, dunque, la chiave del sistema in sé, inteso come sistema globale strutturale e sovrastrutturale ma, al tempo stesso, è divenuta metafisica. Metafisica nel senso inteso che la ragione-mondo dominante ingloba le nostre vite dalla nascita fino alla morte (se glielo si consente) e che assurge a verità assoluta la negazione di verità assolute; indica agli uomini i fini delle azioni, delle emozioni e dei pensieri degli uomini; indica ciò che ha valore e ciò che non ne ha; nega ogni senso all'esistenza umana; nega ogni trascendenza e fine assoluto dell'Universo e dell'uomo; ancora, nega qualsiasi sistema assiologico, a fronte dell'unico sistema di livellamento globale della forma merce. Dunque, la ragione-mondo è una verità assoluta che nega la sua stessa essenza (poiché afferma l'inesistenza di verità assolute), che impone un senso alla vita degli uomini, che è, in sintesi, un non-senso esistenziale, le cui conseguenze sono funzionali alla ragione-mondo stessa. La ragione-mondo svuota, dunque, l'essenza stessa degli individui, per riempirla poi con un sistema materialistico che, tuttavia, si consolida poi come fine a cui far tendere le vite dei soggetti. Una metafisica che rifiuta la trascendenza e Dio, che relega l'uomo qui sulla terra, che dà come speranza ultima di redenzione l'illusione dell'arricchimento e del raggiungimento dei vertici della società. Siamo di fronte, infine, ad una ragione-mondo globalizzata e globalizzante.

 

Nicolás Gómez Dávila (1913–1994)
Nicolás Gómez Dávila (1913–1994)

La vita umana in questo terrificante XXI secolo sottostà ad una sottile metafisica che, essendo per sua stessa natura anti-metafisica, ingloba interamente le esistenze dichiarandone la totale nullità e sottomissione ad un mondo disincantato (ma solo parzialmente) e privo di senso. Ecco servite, dunque, le fondamenta dell'evoluzione più radicale del capitalismo. Ecco servita, dunque, la più grande dittatura di stampo democratico che l'uomo abbia mai sperimentato. È indubbio, infatti, il fatto che le democrazie abbiano subito un processo di decadimento e abbiano, dunque, sviluppato crisi interne. Non bastasse ciò, il regime democratico attuale è il regno del livellamento culturale, dell’appiattimento ugualitario degli individui. Non costituisce, cioè, una solida difesa all’impero globale, dato che tale sistema è spesso portato al suo livello di corruzione, e cioè quando questo non riesca più a distinguere le reali differenze tra gli individui. Quando, cioè, non riconoscono l’esistenza di superiori ed inferiori. Non si parla di razze, né di discriminazione, ma di evidenti distinzioni di spirito tra gli uomini. Chi meglio di Gómez Dávila è riuscito a sintetizzare i tratti fondamentali della deriva democratica? Ad esempio, i problemi che dobbiamo oggi affrontare sono molti, ma, come ci ricorda un escolio del filosofo colombiano,

 

« quanto più gravi sono i problemi, tanto maggiore è il numero di inetti che la democrazia chiama a risolverli. »

 

Perché la democrazia oggi è baluardo del sistema? Forse perché

 

« al volgo non interessa essere libero, ma credersi tale. »

 

Il dramma umano che si sta compiendo oggi, comunque, ha carattere democratico, non tanto perché oggi vigono le democrazie in Occidente, ma perché il dramma umano individuale si è indissolubilmente congiunto al dramma umano collettivo. Ogni individuo è parte del sistema e contribuisce al suo mantenimento. La radice del sistema soft-dittatoriale ha origine puramente umana. Se la radice delle problematiche dell’uomo è egli stesso, vi è un problema di fondo, riscontrabile, presumibilmente, nella mancanza di un pensiero critico e di una profondità di spirito propria di un’anima colta ed educata. Ancora una volta, si sottolinea come manchi o si ignori uno studio approfondito dell’animo umano e di ciò che l’uomo potrebbe realmente essere. L’ingegneria sociale ha ben compreso la natura umana, ma soltanto dal punto di vista puramente animale e biologico, e punta sempre più ad una comprensione dell’uomo non per aiutarlo in un processo elevazione, ma per poterlo soggiogare meglio. Non stiamo già pagando il prezzo dell’aver ridotto l’uomo a bestia razionale? Non è sotto i nostri occhi ciò che sta già accadendo e continua a perpetuarsi? Eppure, mille altri sottili perversioni del pensiero rischiano di minacciare l’uomo.  

 

Illustrazione di Steve Cutts
Illustrazione di Steve Cutts

 

La peggiore prospettiva futura è che le catene già ben disposte dal sistema si trasformino, un giorno, in vere e proprie catene materiali. La dittatura globale d’oggi è omologazione di pensiero e di annientamento del diverso e dell’avversario, che deve rimanere nell’ombra, nell’ignoranza generale. Riscoprire se stessi, interrogarsi su di sé e sul mondo, fare propri i frutti di una vera attività filosofica e finanche spirituale sembrano essere gli ultimi rimedi rimasti a chi non voglia cadere nella trappola dell’illusione postmoderna. L’individuo è tale solo quando acquisisce coscienza di sé e del mondo. Avere coscienza di sé e comprendere i propri limiti sono i primi passi per una vita saggia e virtuosa, oltre che reazionaria e anti-sistema. Un’ultima traccia di questa riflessione è che, forse, la perversa metafisica instauratasi come Ragione-mondo non sia altro, in realtà, che il frutto di una degenerazione di una metafisica individuale. L’uomo che non trova risposte, l’uomo che non trova sé stesso, né l’Altro, che non sopporta il peso della dialettica e dell’assurdità dell’Universo e che non riesce, infine, a sopportare l’ombra di Dio degenera la sua propria natura. Nega ciò che è e ciò che potrebbe ricercare; nega ogni possibilità futura di redenzione. È l’autentica negazione di sé, distruzione cioè dell’individuo. Non è più soltanto il sonno della ragione che dovrebbe spaventarci, ma l’anestesia o, in certi casi, l’eutanasia dello Spirito.  

 

1 settembre 2018

 




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