Il rischio che l'umanità corre e l'appello dei Premi Nobel

 

Il futuro dell'umanità – il suo benessere – è minacciato sempre più: alla povertà estrema si sono aggiunti il cambiamento climatico, sempre più catastroficamente ineluttabile, e le pandemie. Lontana può sembrare la drammatica possibilità di conflitti bellici su larga scala, ma la spesa militare indica il contrario. Però, proprio questa tragica minaccia potrebbe essere trasformata in soluzione, come spiegano decine di Premi Nobel in questo appello che hanno sottoscritto e che invitano a sottoscrivere qui.

 

Immagine di Urgallen

 

La spesa militare nel mondo è raddoppiata dal 2000 ad oggi. Si sta avvicinando ai duemila miliardi di dollari statunitensi all’anno, e sta aumentando in tutte le aree del mondo.

 

I singoli governi sono sotto pressione per aumentare la spesa militare perché gli altri governi fanno lo stesso. Il meccanismo di feedback alimenta una corsa vertiginosa agli armamenti – un colossale spreco di risorse che potrebbe essere utilizzato assai più saggiamente. Le corse agli armamenti del passato hanno spesso avuto lo stesso esito: conflitti mortali e distruttivi.

 

Abbiamo una semplice proposta per l'umanità: i governi di tutti gli Stati membri dell'ONU dovrebbero negoziare una riduzione congiunta delle loro spese militari del 2 per cento ogni anno per cinque anni.

La ratio della proposta è semplice:

 

• Le nazioni avversarie riducono la spesa militare, così la sicurezza di ogni Paese è aumentata, mentre la deterrenza e l'equilibrio sono preservati.

• L'accordo contribuisce a ridurre l'animosità, facendo così diminuire il rischio di una guerra.

• Vaste risorse – un ‘dividendo di pace’ di 1.000 miliardi di dollari entro il 2030 – sono rese disponibili.

Proponiamo che metà delle risorse liberate da questo accordo siano destinate a un fondo globale, sotto la supervisione delle Nazioni Unite, per affrontare i gravi problemi comuni dell'umanità: pandemie, cambiamenti climatici e povertà estrema.

L'altra metà rimane a disposizione dei singoli governi. Tutti i Paesi avranno quindi nuove significative risorse. Alcuni di esse possono essere impiegate per riorientare le notevoli capacità di ricerca delle industrie militari verso applicazioni pacifiche urgentemente necessarie.

 

La storia dimostra che accordi per limitare la proliferazione delle armi sono possibili: grazie ai trattati SALT e START, gli Stati Uniti e l'Unione Sovietica hanno ridotto i loro arsenali nucleari del 90 per cento dagli anni Ottanta ad oggi. Tali negoziati possono avere successo perché sono razionali: ogni attore beneficia della riduzione degli armamenti dei suoi avversari, come pure l'umanità nel suo complesso.

L'umanità deve affrontare rischi che possono essere evitati solo attraverso la cooperazione.

Cooperiamo, invece di combatterci a vicenda.

 

 17 dicembre 2021

 









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