Lo studio della storia, della filosofia, della psicologia o persino delle lingue risulta tutt’oggi a dir poco insufficiente e poco spendibile nel mondo del lavoro. Il cammino degli umanisti è abbastanza amaro e tortuoso, soprattutto quando si realizza che si sarebbe potuto investire lo stesso tempo in discipline che avrebbero dato maggiore soddisfazione nel mondo del lavoro. Ma è realmente così?




«La noia è l'uccello incantato che cova l'uovo dell'esperienza» scriveva Walter Benjamin nell’Angelus Novus. Mentre la noia ha spesso beneficiato di giudizi positivi nel corso dello sviluppo del pensiero, lo stesso trattamento non è stato riservato a quella condizione umana che cade sotto il nome di taedium vitae.

 




«Lo sguardo disinfettante dell'intelligenza è l'unica profilassi contro le purulenze della vita» (Nicolás Gómez Dávila, In margine a un testo implicito).

Il libro dello studioso Aldo Vitale è di grande lucidità, permettendo una analisi razionale e puntuale degli accadimenti occorsi tra il 2020 e il 2022 e delle questioni ad esse implicite, dei possibili sviluppi futuri e delle trame complessive, nonché di carattere sistemico.



Una delle conseguenze filosofiche del darwinismo è la pretesa di poter spiegare il superiore per mezzo dell’inferiore, l’uomo per mezzo del babbuino, associando la mera analisi cronologica del passato con l’indagine del significato di un determinato individuo. Sotto questo punto di vista origine e validità non assumono significati separati, ma hanno lo stesso portato sul piano filosofico. 



di Francesco Neri

Giulietto Chiesa, spirito libero, non disposto, in nessun modo, a salire sul carro dei vincitori per tesserne le lodi, offre un magnifico esempio: una vita spesa contro corrente, in difesa della verità, anche al costo di vedersi ostracizzato dai palcoscenici del giornalismo che conta.





  • Canale Telegram: t.me/gazzettafilosofica