Perché introdurre la lettura corale a scuola

 

Che cos’è un laboratorio di lettura corale? Quali benefici può portare al mondo della scuola? 

 

di Lorenzo Carbone

 

 

La lettura corale è un insieme di pratiche esercitate in gruppo. Si tratta di attività interattive, dove i singoli studenti e le studentesse hanno la possibilità di mettersi in gioco e conoscere un po’ meglio le proprie capacità, ma anche i propri limiti. L’insegnante è chiamato a svolgere un ruolo di coordinamento, in modo da consentire uno sviluppo armonico ed equilibrato tra le varie componenti presenti nell’esercizio. Un laboratorio di questo tipo consente di interrogare il testo in questione sotto molteplici aspetti, prestando particolare attenzione alle diverse attività da inserire a fianco di esso, per valorizzare e implementare la lettura. Tutto ciò mette al centro un elemento chiave, che talvolta viene accantonato nelle pratiche educative, ovvero la dinamica relazionale. Fulcro di questo laboratorio è infatti la condivisione e l’interazione tra i partecipanti, nel mantenimento e nel rispetto dei rispettivi ruoli. Non si tratta di una lezione frontale impartita dal professore o dalla professoressa e direzionata verso gli studenti e le studentesse in un movimento a senso unico, di sola andata senza ritorno o, nel migliore dei casi, con un feedback ridotto. 

 

Due sono gli obiettivi principali della lettura corale. In primo luogo, il fatto di rendere vivo e particolarmente fecondo il testo analizzato, tramite il ragionamento e la discussione che seguono la lettura. In questo modo viene messo in pratica il metodo socratico, che non passa mai di moda. Esso consente di sviluppare capacità di comprensione critica nell’analisi di un testo e ciò permette di scomporre i diversi temi trattati cercando un filo conduttore e una risoluzione (mai completa e definitiva, ma sempre aperta) al problema posto inizialmente che ha scaturito la riflessione. Inoltre, il metodo socratico permette di esercitare competenze logiche, unite a capacità creative e immaginative che formano la nostra ginnastica del pensiero, in grado di guidarci per tutta la vita (sull’importanza del ragionamento nella pedagogia socratica si veda il saggio di M. Nussbaum, Non per profitto a pp. 65-93). 

 

Dopodiché, emerge il secondo obiettivo fondamentale nella pratica della lettura corale. Esso riguarda la possibilità dei partecipanti di mettersi all’opera ed esercitare alcune attività correlate al testo in questione, per far nascere una nuova dimensione immaginaria di comunità, dove il testo si anima attraverso gli strumenti di analisi precedentemente affrontati che, come una sorta di cassetta degli attrezzi, consentono di costruire qualcosa di nuovo. Il teatro, la danza, la pittura e la musica permettono di esprimere articolazioni inedite al testo, in modo da rendere i partecipanti operativi al tema in questione sviluppato dallo scritto. Alcune tematiche potrebbero essere, ad esempio, l’amore attraverso una lettura del Simposio di Platone, l’ipocrisia e la correttezza morale in Il Misantropo di Molière, l’avventura e la ricerca interiore attraverso Il vecchio e il mare di Hemingway, il tema della città descritto in Le città invisibili di Calvino. 

 

L’esercitazione teatrale consente lo scambio dei ruoli tra i partecipanti, in modo da indurre l’estraniazione dal proprio punto di vista per assumere quello di un altro. Ciò consente di sviluppare la capacità di comprendere le posizioni altrui dall’interno, generando empatia e compassione verso gli altri. Provare a vedere il mondo attraverso gli occhi di un’altra persona è un’abilità fondamentale da conseguire nell’arco della vita. Essa consente di «imparare a vedere l’altro non come una cosa ma come una persona a tutto tondo» (M. Nussbaum, Non per profitto, p. 112). Ciò non è un evento automatico, ma un traguardo che richiede il superamento di parecchi ostacoli, il primo dei quali è proprio la mera capacità di distinguere fra sé e l’altro. Mescolando recitazione, musica, danza e pittura, tramite una progettualità ben delineata, è possibile mettere in gioco la creatività dei ragazzi e delle ragazze ed «esplorare i diversi ruoli con la piena partecipazione dei loro corpi, assumendo posture e gestualità non abituali» (ivi, p. 119). La vergogna e l’impaccio del corpo sono spesso diffusi durante l’adolescenza. Attività di questo tipo in interazione con altri e all’interno di un disegno più ampio consentono di ridurre il disagio provato verso il proprio corpo, assieme alla possibilità di esplorare nuove modalità di porsi nello spazio e interagire con altri. 

 

 

Secondo Martha Nussbaum, l’immaginazione legata all’esplorazione di un’altra vita interiore è sicuramente «un ingrediente necessario a determinare una sana relazione morale» (ivi, p. 124). Inoltre, essa contiene l’antidoto alla paura auto-conservativa, spesso legata alle manie di controllo della personalità egocentrica. Questo tipo di personalità, spesso diffusa, è incentrata su se stessa. La paura di affrontare il primo passo verso l’altro unita alla volontà di non scalfire la presunta invulnerabilità e autonomia del soggetto fanno di tale approccio una chiusura e una sorta di scudo verso l’altra persona. Così l’esigenza di controllare e prevedere ogni mossa prende il sopravvento, perché il timore di rimanere impreparati rispetto ad una situazione imprevedibile mostrerebbe quei lati nascosti della personalità che si vuole mettere a tacere. Il messaggio che gli esseri umani sono tutti fragili e vulnerabili non deve essere odiato e ripudiato, bensì affrontato attraverso l’aiuto reciproco. Solo la consapevolezza di tale stato ci rende socievoli e direzionati verso l’umanità, dove «la nostra inadeguatezza diventa la base della speranza in una comunità degna di questo nome» (ivi, p. 51). Contrariamente, il senso di invulnerabilità, la ricerca della perfezione e del controllo alimentano il desiderio di spadroneggiare sugli altri, ostacolando la consapevolezza del bisogno e dell’interdipendenza reciproci.  

 

Altri benefici legati alla pratica di queste attività riguardano la cura, la disciplina e il senso di responsabilità che vengono a crearsi affinché il laboratorio raggiunga i propri obiettivi. Le attività coinvolte nel progetto esprimono riflessioni, poesie, canti, balli, pitture ecc. provenienti da differenti periodi storici e da varie culture. I ragazzi e le ragazze possono così rendersi conto che questi mondi apparentemente distanti nel tempo e nello spazio sono in realtà alla loro portata. Nussbaum lo precisa con queste parole: «Essi superano le barriere che il pregiudizio e la cultura locale frappongono, dimostrando di poter essere cittadini del mondo» (ivi, p. 129). Imparando a contestualizzare e analizzare un testo di un’altra epoca o un ballo proveniente da un’altra cultura, i ragazzi e le ragazze hanno modo di dimostrare rispetto per gli altri, investendo il proprio tempo per considerarli e imparare a conoscerli. In poche parole, «essi apprendono il loro ruolo nella comunità locale e nel mondo» (ibidem).

 

Questo tipo di esercizio laboratoriale, integrato alle lezioni scolastiche, invoglia studenti e studentesse a frequentare la scuola, anche al di fuori del consueto orario di lezione e consente loro di riflettere in modo critico sui propri modi di vita, di stare al mondo e di rapportarsi con gli altri.

 

Musica, danza, pittura e teatro, assieme alla lettura e comprensione di un testo, se esercitate ad un livello dilettantistico, non sono attività particolarmente dispendiose dal punto di vista economico. È proprio a questo livello che occorre operare, perché il fine di questo progetto non consiste nel formare gli scrittori, gli artisti e i drammaturghi di domani, ma nell’educare alla cittadinanza attiva, un requisito fondamentale per la vita in società, per la salvaguardia e il mantenimento delle istituzioni democratiche. Provocatoriamente, Nussbaum afferma che se le ‘‘cose utili’’ preparano alla carriera (abilità tecnico-scientifiche), le ‘"cose che non servono’’ (cultura umanistica) sono essenziali alla salute della democrazia (ivi, p. 150). Verso l’educazione ad una cittadinanza democratica, a partire da progetti tra i quali possiamo inserire la lettura corale, riporto questo passo particolarmente significativo della filosofa statunitense:

 

« Oggi possiamo ancora dire che ci piacciono la democrazia e la partecipazione politica, e ci piacciono anche la libertà di parola, il rispetto delle differenze e la comprensione dell’altro. Formalmente rispettiamo questi valori, ma non pensiamo abbastanza a ciò che dobbiamo fare per trasmetterli alla generazione futura e per garantirne la sopravvivenza. Distratti dall’obiettivo del benessere, chiediamo sempre più alle nostre scuole di insegnare cose utili per diventare uomini d’affari piuttosto che cittadini responsabili. » 

 

Nonostante una delle finalità più ambite di questo progetto sia la possibilità di costituire elementi chiave per la costruzione di una cittadinanza del mondo, è importante sottolineare la necessità di leggere attentamente i contesti nei quali andiamo ad operare. Da questo punto di vista, le risorse locali assumono un ruolo di primo piano nella valorizzazione e nel successo del laboratorio. Colui o colei che guidano questo progetto dovrebbero far attenzione agli interessi degli studenti e delle studentesse, oltre al fatto di ricorrere a storie, esperienze e tradizioni locali, unite ad altre pratiche lontane nello spazio e nel tempo, in modo da coinvolgere attivamente i partecipanti e implementare la ricchezza della lettura corale.

 

-- marzo 2022

 




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