Per quanto possa sembrare strano, è cosa ormai comune dimenticarsi di se stessi. Fra i conti da pagare e le documentazioni da firmare, le esigenze dello ‘’spirito’’ vengono spesso messe da parte, addirittura relegate in quella categoria dai i datori di lavoro tanto disprezzata, e che chiamiamo ‘’tempo libero ’’. Dopo una lunga giornata di lavoro, i corpi diventano insensibili e la mente, al pari, si chiude perché esausta di accogliere informazioni. E allora, dopo un po’ di tempo, si ha la sensazione di non sapere più chi si è, pur avendo ancora la possibilità di riflettere la propria immagine nello specchio del bagno, mentre ci si lava i denti. L’abitudine intorpidisce, ma uno sforzo potrebbe destare la propria identità addormentata, come potrebbe fare la scrittura, quella peregrinazione intima che diviene una promessa di scoperte dopo aver inforcato la penna.




Nel penetrante film Blu di Derek Jarman, risuona la voce della mistica medievale, e, in particolare, del suo esponente più illustre: Meister Eckhart.




Notoriamente, lo scopo ultimo della soteriologia buddhista è la realizzazione del nibbāna (sanscrito: nirvāṇa), possibile già in vita, ma attinta compiutamente e irreversibilmente dopo la morte. La maggiore approssimazione alla misteriosa liberazione finale sperimentabile quando si è ancora vivi è data da un conseguimento meditativo noto come saññāvedayitanirodha, che il presente contributo indaga sia in se stesso che, alla fine, nella sua relazione col nibbāna




1984 è di gran lunga l’opera più citata nell’ambito della sensibilizzazione ai totalitarismi e alle dittature di qualsiasi colore. Un vero e proprio manifesto contro il controllo esercitato dal “potere” e dalle sue numerose sfaccettature sulla vita dei singoli individui. Ma cosa succederebbe se il suo stesso autore ci invitasse ad andare ben oltre la suddetta (facile, dunque celebre) superficie interpretativa?  



di Riccardo Sasso


La caduta tendenziale del saggio del profitto, evento che secondo Marx avrebbe dovuto condurre all’esplosione delle contraddizioni dell’economia di mercato, ponendo le condizioni per l’avvento della rivoluzione globale del proletariato, non si è verificata. La crisi del 1929, per prima, aveva fatto pensare a un tracollo irreversibile del capitalismo che, però, non avvenne. Ci fu poi la Grande Recessione del 2008 che convinse molti, marxisti e non, della capitolazione del capitalismo. Ancora una volta le previsioni furono smentite. Nonostante la sua longevità, però, è evidente che il capitalismo stia mostrando una crisi sempre più profonda, una crisi non necessariamente vincolata alle grandi recessioni economiche, ma pur sempre una crisi sostanziale. Nel seguente articolo cercheremo di approfondire le caratteristiche salienti di questa crisi. 




Spinoza in più punti della sua opera si schiera a favore della democrazia, senza però mai approfondire il tema e le ragioni di questa sua preferenza. Morirà, purtroppo, proprio prima di completare la sezione riguardante la democrazia nel suo Trattato politico. Cercheremo quindi di ricostruire le ragioni filosofico-politiche dell'aspirazione democratica che il filosofo mostra di avere in pieno Seicento.




Molto spesso si fa appello ad una presunta ‘normalità’ per opporsi a certi orientamenti sessuali. Ad essi non viene riconosciuto lo status di ‘umano’, ma le si considera come qualcosa da curare. Addirittura, si arriva a delineare una ‘teoria gender’ come corruzione dell’ordine naturale. Forse, però, le cose non sono davvero così, ma anzi serve guardare più da vicino la questione per scardinare queste convinzioni.





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