Un’analisi storico-critica attraverso importanti riflessioni epistemologiche e una rassegna di eventi accaduti e di errori commessi rivelatisi significativi per la comunità scientifica. Il suo scopo è quello di dimostrare il procedere intrinsecamente fallibile, dinamico ed incerto della scienza, a discapito della diffusa ideologia dello scientismo che fa della scienza la sovrana di un sapere universalmente valido e oggettivamente affidabile.
di Emma Pivato
Negli ultimi giorni diverse testate giornalistiche hanno dedicato spazio a una notizia preoccupante: le università dovranno collaborare con i servizi di sicurezza e comunicare loro anche informazioni protette dalla normativa in materia di riservatezza. La privacy è violata. Ma è davvero così? Il ddl Sicurezza ha già trasportato le università nel distopico mondo orwelliano o l’ombra del Grande Fratello potrebbe ancora essere allontanata dagli atenei?
La natura è da sempre fonte di ispiratrice di grandi filosofi grazie alle sue dimensioni di semplicità e armonia.
di Andrea Forria
Il libro Heidegger, a destra della verità di Giuseppe Dambrosio esplora il complesso rapporto tra la filosofia di Martin Heidegger ed il nazionalsocialismo, analizzandone le implicazioni politiche, ideologiche e culturali. Heidegger, figura cardine della filosofia del XX secolo, è stato e continua a essere oggetto di un acceso dibattito a causa della sua adesione al partito nazista nel 1933 e delle sue relazioni intellettuali e personali con l’ideologia nazionalsocialista, rimanendo profondamente controverso per il suo ruolo pubblico durante il regime di Hitler. La questione si amplia ulteriormente, nel considerare come la sua filosofia sia stata recepita e reinterpretata da movimenti estremisti, contribuendo a perpetuare il legame tra il pensiero heideggeriano e le ideologie autoritarie.
Intervista e traduzione a cura di Emma Pivato e Sara Ricci
Chi non si è mai chiesto se ha davvero chiuso l’auto o dove ha lasciato le chiavi di casa? Come ricordiamo? E perché? Abbiamo posto cinque domande sul tema a Charan Ranganath, professore del Centro di Neuroscienze, del Dipartimento di Psicologia e direttore del Dynamic Memory Lab presso l’Università della California, che per più di un trentennio ha studiato i meccanismi della memoria e ha recentemente pubblicato con Aboca edizioni Perché ricordiamo. Sbloccare il potere della memoria per conservare ciò che conta.
Le ultime dichiarazioni del Ministro Giuseppe Valditara sull’insegnamento del latino nella scuola secondaria di primo grado hanno riacceso la ben nota “querelle” sapere utile-sapere inutile. Perché rispolverare il latino? È l’“eredità” della nostra cultura che dobbiamo riscoprire? Bisogna attingere ai valori “eterni” e “immutabili” della classicità? In una breve conferenza del 1895, Il buon senso e gli studi classici, il filosofo francese Henri Bergson si pone domande molto simili alle nostre, ma colloca il suo discorso su un altro registro. Il consiglio che ne trarremo sarà: il latino sì, ma con “buon senso”!
di Emma Pivato
L’intelligenza artificiale ci ha finalmente permesso di realizzare il sogno dell’oggettività. Un algoritmo non può per sua natura nascondere pregiudizi, discriminazioni o inefficienze. È davvero così? Rincorrere il mito di un’intelligenza artificiale oggettiva mette a rischio la nostra capacità di analizzare criticamente la realtà e mette a rischio i diritti fondamentali? Riflessioni a margine di Migrazioni e governance digitale. Persone e dati alle frontiere dell’Europa di Carocci editore.
di Aniela Jaffé
A fronte della morte di Dio, della perdita di valori di riferimento con cui orientare la propria vita, che ne è dell'individuo umano? In cosa si trasforma l'animo umano quando la sua libertà non ha coordinate secondo cui orientarsi? La seguente riflessione di Aniela Jaffé (estratto da Il simbolismo nelle arti figurative, in C.G. Jung, L'uomo e i suoi simboli) ci consegna un'utile chiave di lettura a riguardo.
di Giuseppe Montana
Il problema dell’immortalità (Athanasia), sotteso al presente articolo, è così pressante e così radicato che dobbiamo osare farcene un opinione. Heidegger e Bloch, sebbene con accenti diversi, convergono come un solo spirito nell’intendere la morte come un possibile viaggio all’insegna dell’indistruttibilità dell’io e della sua non replicabile haecceitas.