« Basta che la pioggia incominci a battere sul tetto, perché non solo la legna disposta nel camino, ma stessa struttura intramontabile della verità {permanente} si presenti con un nuovo senso. Quando sopraggiunge la pioggia, sopraggiunge infatti il legame tra la pioggia e l’intramontabile e in questo legame l’intramontabile si presenta con un nuovo senso diverso da quello che esso presenta in quanto legato all’imminenza della pioggia. » (Emanuele Severino, Destino della necessità)



di Riccardo Bassani


“Io da grande vorrei essere un supereroe”, “Io vorrei andare nello spazio”, “Io vorrei cambiare il mondo”, ammettiamolo, chi da bambino non ha mai risposto in modo così irrealistico alla classica domanda “Cosa farai da grande?”. Nessuna di queste risposte era banale, eppure nell’espressione dell’adulto che aveva posto la domanda spuntava un sogghigno, un sorrisetto che derideva i nostri sogni ambiziosi, accompagnato da frasi rassegnate come: “Deve ancora capire come funziona la vita” sussurrate all’orecchio dell’amico. Gran parte di questi sogni si sono infranti, cosa ha cambiato il bambino che era in noi?  



di Francesco Neri 


Pregiudizi, stereotipi, generalizzazioni, luoghi comuni, cliché, ecc. sono da considerare ostacoli alla costruzione di ragionamenti rigorosi, coerenti e validi; ostacoli che, abbracciando una prospettiva un po’ più ampia, risultano cruciali per l’edificazione stessa del bene.




È con la superficialità degli atteggiamenti quotidiani, con la banalità – per dirla con Hannah Arendt – della polemica meschina che danneggiamo quel confronto dialettico e veramente scientifico in cui consiste innanzitutto una democrazia.



di Pietro Mazzon


«Pare che del nemico non si possa fare a meno. La figura del nemico non può essere abolita dai processi di civilizzazione. Il bisogno è connaturato anche all’uomo mite e amico della pace» (Umberto Eco, Costruire il nemico).




La Covid-19 è ormai diventata la triste quotidianità della vita di noi tutti, purtuttavia è curioso come molti non sappiano in che modo sia nata o pensino che sia un qualcosa di naturale e casuale, contro il quale possiamo solo stringere i denti passivamente. Eppure...




È un luogo comune quello per cui la didattica dovrebbe essere diretta allo sviluppo dell’autonomia e del pensiero originale dell’alunno. Per quanto ci siano sempre mille buoni propositi a riguardo, spesso sembra che l’azione pedagogica sia tutt'ora incanalata sui binari dell'insegnamento passivo e fin troppo meccanico.




All'interno di un dibattito, di norma, si possiede una propria opinione sul tema in esame. Raramente è esplicitata la valenza del modo in cui questo avviene e proprio per questo il dibattito fallisce. Per progredire nel confronto occorre esserne coscienti.    




Giacomo Leopardi e Friedrich Nietzsche nel farci vibrare l'animo e tremare i polsi hanno raggiunto una delle vette di quel percorso radicale della filosofia moderna in cui ancora ci troviamo, sospesi nel multiverso della nostra coscienza, la quale da spazi nichilistici annuncia: “aspettatevi di tutto”.  



di Nicola Ronchi


I rivolgimenti a cui stiamo assistendo nel panorama mondiale iper-mediatizzato stanno cambiando rapidamente il nostro modo di concepire i vari ambiti dell’esistenza, tra i quali spicca sicuramente la politica come realtà catalizzatrice di tali trasformazioni. Su di essa – secondo l’appello ancora attuale della studiosa ebrea Hannah Arendt – si staglia l’ombra inquietante del totalitarismo, una presenza minacciosa (e latente) nel sistema di governo contemporaneo da non sottovalutare.



 di Stefano Vernamonti 


«Dreamers. They never learn. Beyond the point of no return. And it's too late, the damage is done». Così canta Thom Yorke, frontman dei Radiohead, in Daydreaming, ovvero “sognare ad occhi aperti”.





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