#venerdìletterario: 'The Outsider' di Stephen King

 

Il detective Ralph Anderson si trova di fronte a un omicidio efferato la cui soluzione, a prima vista, sembrerebbe a portata di mano. In realtà, più si avvicinerà alla verità dei fatti, più sarà costretto a mettere in crisi la sua classica concezione della realtà.

 

 

A Flint City, un ragazzino di undici anni viene ucciso tramite un modus operandi spietato. Stuprato e cannibalizzato, il suo corpo viene lasciato in un parco della città e il dipartimento di polizia si muove subito per trovare il colpevole. Il caso viene affidato al detective Ralph Anderson e, in men che non si dica, una serie di prove schiaccianti viene trovata sulla scena del crimine e non solo: tracce di DNA e impronte del criminale, testimonianze di persone che lo hanno visto col ragazzino prima del delitto e dopo, mentre se ne andava via ricoperto di sangue. Tutti i dati indicano una direzione sola: l’omicida è Terry Maitland, un allenatore di baseball di Flint City, nonché insegnante di inglese e padre di famiglia. Una persona insospettabile, conosciuta da tutti come un uomo a cui poter affidare i propri figli. Il detective Anderson, d’accordo col procuratore di Flint City, decide di arrestare Terry, eppure, nel momento stesso in cui l’allenatore si ritrova in manette, esce fuori una verità incomprensibile: il colpevole ha un alibi di ferro, praticamente indistruttibile. Mentre in città veniva svolto l’omicidio, Terry si trovava in un’altra città e ci sono parecchi testimoni e prove a dimostrarlo. Come è possibile che una persona sia stata in due posti contemporaneamente?

 

The Outsider è un romanzo scritto nel 2018 da Stephen King e pubblicato in Italia da Sperling & Kupfer. Parliamo di uno degli autori più prolifici e conosciuti del panorama contemporaneo, verso cui non sono mancate critiche da parte di chi lo ha ritenuto un autore commerciale, capace di sfornare libri che vendessero più che veri capolavori; come non sono assenti gli elogi di chi nelle sue opere ha visto la capacità di sondare l’animo umano e approfondire l’immaginario dell’orrore. Una valutazione seria del suo lavoro richiederebbe parecchi distinguo, specie addentrandosi in un’analisi “opera per opera”, differenziando i lavori più “commerciali” – se è utilizzabile questa parola – dalle opere di uno spessore maggiore. Oggi ci si limiterà a riflettere su The Outsider, opera dalla lettura scorrevole e non troppo lunga, con colpi di scena ben congegnati che tengono il lettore incollato alle pagine, specie nella prima parte dell’opera, mentre la seconda risulta per certi aspetti più prevedibile. Parliamo di un’opera che decide, nello sviluppo degli eventi, di seguire il progredire della psicologia di alcuni personaggi, fra cui il detective Ralph Anderson. Proprio il suo modo di reagire agli – e di pensare gli – eventi è forse l’elemento più interessante da un punto di vista filosofico.

 

Il Romanzo si sviluppa infatti su un’apparente contraddizione: Terry Maitland ha ucciso un ragazzino, ma Terry Maitland non lo ha ucciso. Un concetto non pensabile per il detective, abituato allo scorrere ordinario degli eventi. Come può una persona essersi trovata in due posti contemporaneamente? Non è possibile. Eppure, in due posti si hanno avute testimonianze visive di più persone, impronte, tracce di DNA. Più le indagini procedono, più sembrerebbe che qualcosa abbia permesso questa assurdità: un fatto soprannaturale. Si è avuto, nello scorrere degli eventi, un evento straordinario, mai presentatosi prima. Qualcosa che il detective, per buona parte del romanzo, non riesce ad accettare.

 

Per parafrasare Hume, nulla vieta che domani il sole non sorga, scardinando tutte le nostre convinzioni su come funziona il mondo. Come reagirebbero però le persone, se non vedessero veramente il sole sorgere? Sentirebbero il mondo crollare sotto i loro piedi? O penserebbero di vederci male, essere in un sogno o avere un disturbo psichiatrico? Lo spaesamento, quando un evento inaspettato rompe l'ordinaria concezione degli eventi, è inevitabile. È la stessa confusione vissuta dal detective, nel momento in cui si trova di fronte a una spiegazione dell’omicidio che è dimostrata dalle prove raccolte, ma è in contraddizione con la sua visione del mondo. 

 

E quando i fatti che accadono contraddicono quello che si pensava sul mondo, è necessario cambiare i propri pensieri: quanti però sono realmente disposti a farlo, accettando di perdere i vecchi punti di riferimento? Se accetto il soprannaturale, finirò per poter accettare di tutto: questa la preoccupazione di Ralph, che inizialmente preferisce rifiutarsi di accettare ciò che vede, nel tentativo di salvare le sue vecchie sicurezze.

 

«La gente è cieca a qualunque spiegazione che esuli dalla sua percezione della realtà», afferma Holly – un altro dei personaggi forse meglio tratteggiati da King. Eppure Ralph non è cieco e sarà proprio la sua intelligenza a costringerlo, man mano, a dover affrontare la realtà. Ripercorrendo la storia del detective Anderson, l’autore fa rivivere nel lettore una delle difficoltà psicologiche che l’uomo nella storia ha spesso affrontato: la crisi quando nuovi avvenimenti corrodono le nostre “salde” credenze. Una crisi che è assai aspra, ma che va superata per il bene di tutti, come la storia di The Outsider ci dimostra.

 

L’alternativa sarebbe convincersi che i propri dogmi spiegano, una volta per tutte, la realtà. Eppure, senza un’apertura mentale al nuovo, il protagonista neppure avrebbe la minima chance di scoprire chi sia il vero omicida. Per riassumere il concetto con le stesse parole del detective:

 

« Stavo pensando all’universo. È vero che non ha confini, eh? E non c’è verso di spiegarlo. »

 

3 gennaio 2022

 








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