Gli intellettuali dei popoli europei hanno reagito alle devastazioni novecentesche con decine di scritti e pensieri dal triste sapore relativista, promettendosi che certe cose non le avrebbero più commesse. Proprio come coloro che passeggiavano fra le vie dell’Expo immaginando un secolo luminoso e democratico, si è auspicato che il progresso scientifico rendesse migliori le vite di tutti, non comprendendo che né il relativismo, né la tecnologia possono salvare alcunché. 




Nella società contemporanea risulta esser stata completamente obliata la passione, quella forte emozione che implica una spinta, un movimento dinamico dell’essere umano verso ciò che suscita in lui forte interesse e motivazione.




Il mondo su cui si affacciano i giovani d’oggi è un mondo che ha perso la retta via per uscire dalla caverna e conoscere il Bene e vaga cieco, accecato da idoli materiali, convinto che questi siano la soluzione per il suo malessere. La materia è il nuovo vitello d’oro che gli Ebrei cominciarono ad adorare dopo aver perso la speranza, la fede, in Mosè e in JHWH.




È ormai opinione comune ammettere questo: le scienze naturali, cioè quelle che si occupano di porzioni dell’empirico, sono etichettate come scienze certe, vere, oggettive; ad esse si contrappongono le scienze dello spirito, cioè quelle che si rifanno alla totalità, che sono viste come qualcosa di soggettivo, non dimostrabile e che appartiene alla sensibilità individuale. Dove sta l’errore dietro a questo ragionamento?




Il Natale arriva nel tempo e nel posto giusto. Non dove lo aspettiamo comodamente, ma dove preferiamo non guardare.



COMPRENDERE (L')INSIEME


Noi: che facciamo parte della famiglia, che siamo un “brandello” di un gruppo di amici, che contribuiamo a formare quell'insieme di uomini che chiamiamo Stato, noi, oggi, siamo proprio sicuri di (ri)conoscere davvero il ruolo importante che svolgiamo?



LA DISOBBEDIENZA

di Floriana Cacciatore


‘’Stai fermo!’’, ‘’non si fa!‘’, ‘’non si dice!‘’. Sono queste alcune delle frasi più frequenti che ci vengono dette fin da bambini. D’altronde, il genitore non può esimersi dall’impartire alcuni limiti ai propri figli. Eppure, c’è sempre ed è inesorabile, quel momento in cui il bambino disobbedisce. Perché lo fa? Cos’è esattamente la disobbedienza?



IL CORSO DELLA STORIA

di Antonio Andretta


La storia sembra assumere un’inarrestabile tendenza al miglioramento e allo sviluppo, che ha portato noi protagonisti a elevare considerevolmente la nostra condizione sotto tutti i punti di vista.



IL XXI SECOLO, TIRANNO E DISPOTICO


gilets jaunes sono l'ultima delle reazioni – benché inattesa ed esplosiva – ai governi democraticistici che nei decenni hanno condotto ad avere in disprezzo il nobile ideale di creare una comunità politica europea, fatto cadere in discredito la democrazia, alimentato la sfiducia nei confronti della politica, favorito la ribalta di sovranisimi e populismi di varia fattura. Viviamo in una crisi perenne e abbiamo così poca consapevolezza delle sue radici profonde che la situazione, nella sostanza, è destinata a non migliorare.



LA NATURA DELL'EGOISMO E DELL'ALTRUISMO

di Alberto Frasson


L’egoismo e l’altruismo sono due concetti che sono sempre stati usati per indicare due comportamenti diametralmente opposti: tanto che il primo è sempre condannato, mentre il secondo viene assecondato e lodato. Ma in che direzione propende la vera natura dell’uomo? E potrebbero mai questi due concetti trovare un punto d’incontro?



LA VIOLENZA SILENZIOSA


Non mancano generalmente critiche verso quei movimenti di protesta che sfociano, in certi casi, in blocchi prolungati delle strade, chiusure dei negozi o persino situazioni di scontro con la polizia. Ma sarebbe da chiedersi quanto, in certi casi, l’azione del governo possa creare danni ancor più gravi, i quali di conseguenza causano le proteste incontrollate.



CROCE PERICOLOSO?


Con il suo Croce e l’ansia di un’altra città Postorino è impegnato in una vera e propria critica, dai tratti storico-sistematici, al pensiero del filosofo di Pescasseroli; ma è una critica che pulsa di ammirazione e gratitudine nei confronti di colui verso cui si esercita; che ne considera pertanto degni di altissima considerazione i pensieri.



L'INUTILITÀ  UTILE: LA  VALENZA DELLA FILOSOFIA


Il senso che la filosofia assume oggi, nell’ambito di una contemporaneità che fa del pragmatismo il suo cavallo di battaglia, è spesso relegato alla sfera di una mera astrazione totalmente aliena dal reale. Quanto il sapere filosofico è ancora in grado di incidere sulla vita di un’umanità che arranca nel baratro di incertezze ed inquietudini? 



L'IMPERATIVO DELLA VITTORIA


Vincere e sbaragliare la concorrenza: questo è il pensiero dominante della nostra epoca. Ma cosa succede quando tale paradigma si radica nella quotidianità e nei nostri modelli educativi?



LO STALLO DELLA CONTEMPORANEITÀ: IL NOVECENTO CI CHIEDE DI ESSERE SUPERATO?


Il Novecento è il secolo della decostruzione, del pensiero debole, della secolarizzazione pressoché totale della società; è il secolo della guerra di trincea, dell’Olocausto e degli attacchi nucleari sul Giappone; è il secolo di Heidegger, Derrida e Vattimo; è il secolo in cui la verità si fa interpretazione. Si può andare oltre il Novecento? Forse è il Novecento stesso a chiederci di assumerci questa ora ancora inverosimile responsabilità.



L'AGIRE FILOSOFICO TRA SOCRATE E I CINICI


Ogni azione che facciamo pecca del fatto che non conosciamo tutte le relazioni che quella cosa implica; anche essere inerti è quindi qualcosa da non poter seguire, proprio perché la decisione stessa di non agire pretende di esaurire tutte le relazioni insite nella realtà. 





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