Una scienza dovrebbe essere la ricerca di ciò che è vero e più fedele alla realtà; dovrebbe essere un sistema, che, tramite la sua concretezza, ci aiuti a comprendere ciò che siamo e che, tramite il suo sguardo al particolare, ci faccia capire l’universale




Si potrebbe dire che nell'uomo è insita quasi per natura la smania di comprendere ciò che è nuovo e farlo proprio, materialmente o intellettualmente, annullandone automaticamente così il carattere inedito nel momento in cui lo conosce; è ciò a cui l'uomo anela per istinto, suggestionato dalla sua alterità.



di Angelo Zurlo


La società attuale sostiene l’uguaglianza e la parità di tutte le opinioni. Per alcuni questo può sembrare un buon principio, che rispetta la libertà di ognuno. Ma in realtà rappresenta ciò che di più sbagliato si può concepire.




Se nel basket statunitense si cerca di evitare che il più abbiente possa fare qualunque cosa soltanto perché ha più denaro di altri, e, anzi, si cerca di risollevare chi in quel frangente si trova in cattive acque, nella “società civile” si incoraggia l’opposto, e a pochi, davvero, interessa “rifondare” le vite altrui. La legislazione, a differenza delle regole della lega di pallacanestro, difficilmente si preoccupa di risollevare il povero con provvedimenti mirati e favorevoli, limitando economicamente le azioni altrui.




Gli stessi USA sono Stati canaglia, così come la Russia o la Cina: secondo uno studio internazionale patrocinato dall’Unione Europea, il Conflict Armament Research, gli affiliati dell’Isis impiegano armi e munizioni fabbricate nei tre paesi sopracitati.  




La politica è quella che facciamo ogni giorno, determinandola con ogni nostra piccola azione e comportamento.

 




Durante l'età vittoriana si produsse in seno alle élite politico-intellettuali un dissidio che potrebbe aiutarci a leggere la situazione in cui versiamo oggi.



Intervista al giornalista Giuseppe Frangi, a cura di Gabriele Laffranchi


Venerdì 16 e sabato 17 marzo, a Roma nell’aula magna dell’Angelicum si sono svolte le fasi finali delle Romanae Disputationes. Oltre 900 studenti e docenti da tutta Italia, suddivisi in più di 150 team, si sono sfidati attraverso elaborati scritti o video sul tema della bellezza. Oltre ai dibattiti filosofici Age contra, i ragazzi hanno assistito alle relazioni di professori universitari e al laboratorio di arte e filosofia curato dal giornalista ed esperto d’arte Giuseppe Frangi. Abbiamo avuto l’occasione di intervistarlo circa il suo intervento sulla bellezza nell’arte contemporanea.




E se la democrazia non fosse solo una forma politica, una tipologia di governo, ma costituisse invece la condizione necessaria e l’essenza di ogni progresso umano?




La riflessione artistica, nel corso della storia, non è stata esente da difficoltà – ancora irrisolte – nel tentativo di definire se stessa tramite i suoi concetti cardine, in primis quello di bello. L’idea che questa ricerca implichi necessariamente una conclusione relativistica non è tuttavia così motivata.



di Alice Polerà


Sbrigativamente, per scarsa attitudine e comprensione filosofica, ci facciamo prendere dalla mania della separazione: cuore e mente, sensi e ragione, particolare e universale. Crediamo di procedere spediti, ma ignoriamo che la destinazione non potrà che essere il nulla della contraddizione.  




Cercare il vero sé è stato nell’ultimo secolo il dramma fondamentale del mondo e della cultura occidentale. Vivere riflettendo e pensando in modo corretto permette all’uomo di compiere azioni sagge, ma come si diventa persone autentiche? Come si vince l’angoscia del cercarsi? 



di Stig Dagerman


Risposta a una maturanda (1952).



di Umberto Galimberti


Umberto Galimberti spiega come i genitori e la scuola non sappiano più svolgere il loro ruolo educativo e da quali fondamentali è possibile ripartire.




Chiedersi cosa sia l’uomo e quale sia il significato della sua esistenza implica pensare alla vita e spesso anche alla morte. Non se ne parlerà mai abbastanza, dal momento che si tratta della comprensione di se stesso che l’essere umano vuole raggiungere in quanto ente.




Un atleta è tale perché, giorno dopo giorno, in lui c’è una costante cura nel compiere certe azioni, certi movimenti, al fine di migliorare la propria prestazione. Ciò dà luogo ad una abitudine, un’abitudine che insegna ad affrontare situazioni di difficoltà in modo da superarle al meglio.




 « Lo spostamento dell'idea che fatti e prove contengano l'idea che tutto si riduce agli interessi e alle prospettive soggettive è – secondo solo alle campagne politiche americane – la manifestazione più prominente e perniciosa dell'anti-intellettualismo nel nostro tempo. » (Larry Laudan, Science and Relativism, 1990)



di Enrico Tommaso Spanio


Gli esseri umani, al di là delle vuote pretese oggi di moda, non ascoltano realmente chi è ritenuto al di sotto del loro livello. Probabilmente alle volte sbagliamo, ma nessun essere umano ascolta concretamente, ad esempio, un bambino che abbia appena imparato a parlare, qualora si lanciasse in discorsi di filologia classica. È un problema di economicità del tempo. Dunque, perché due uomini e due culture si ascoltino sono necessari la convinzione nel valore dell’altro, la stima ed il rispetto (anche quella forma di rispetto che è la paura) per l’esperienza e per il sapere che questo “altro” vuole condividere con noi.  



di Maddalena Tommasi e Sofia Dalla Pozza


Il compassionevole non ha paura di afferrare e stringere la mano dell'altro, soprattutto nella difficoltà, diventando un tutt'uno con esso così da conoscere l'espressione della sua anima e condividerla. Chi commisera, invece, tende la mano senza instaurare un vero contatto, mantenendo una distanza abissale seppur apparentemente infinitesima.




Bisogna andare contro chi crede che il progresso scientifico «corre veloce» solo perché viene scoperto qualcosa di nuovo ogni giorno; questo avanzamento è soltanto qualcosa di effimero se non ha qualcosa che lo sorregge: è inutile avere infiniti mezzi se non si ha uno scopo per cui usarli, anzi si rischia di creare più danni di quelli che si sarebbero fatti se si fosse stati fermi.





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