Una domanda che sorge spontanea è se le proposte di educazione artistica si conformino realmente al ruolo che l’arte possiede nelle vite di ciascuno. Poiché l’opera d’arte rappresenta un momento ben preciso di liberazione ed espressione dello Spirito, l’educazione artistica dovrebbe permettere al soggetto di vivere in modo attivo l’esperienza di produrre un’opera con un preciso significato da veicolare.




« Il popolo non preferisce chi lo cura, ma chi lo droga. »

 

N.G. Dávila, Escolios a un texto implícito




Si è passati dal credere a ciò che è presente nella Bibbia al porre la massima fiducia nella capacità dell’uomo di trovare da sé l’ordine del mondo. In questo passaggio storico la religione cristiana ha perso credibilità e dunque il numero di fedeli si è affievolito. Siamo però sicuri che, a fronte di questo impoverimento quantitativo delle persone al seguito, non corrisponda un miglioramento qualitativo della proposta di fede? 




Essere vegani non è essere estremisti, se non nel senso che è fare il meglio a tavola. Se non ce la si fa, si provi comunque a fare il più possibile, in un costante tentativo di miglioramento. Poiché tra la situazione attuale e l'ideale vegano si misura il grado di salute del futuro.




La letteratura parla dell'uomo, parla di noi, si concentra sui nostri sentimenti, sulle nostre emozioni. È un modo diverso di guardare l'Assoluto. Questo è il valore della letteratura: il plasmare la realtà a partire dal sentimento per conoscere meglio l'uomo e cercare di tendere alla verità. D'altra parte, l'uomo, da quando ha respiro, non fa che cercare di conoscere se stesso...



di Yassemine Zitouni


In una società nichilista e secolarizzata come quella odierna, che non costituisce altro che la continuità di quella ottocentesca e novecentesca  nell’accezione in cui viene meno il tradizionale assetto veritativo, giungendo alla mancanza di valori e ad un qualcosa di trascendentale, ovverosia indipendente dalla realtà stessa –, ecco che il punto di riferimento di ogni analisi e indagine speculativa non diviene altro che l’uomo in se medesimo. 




 Nel 1862 Francesco Fiorentino (Sambiase 1834 – Bologna 1884) va a Bologna come professore di storia della filosofia e, ancora sotto l’influsso di Bertrando Spaventa, sente sempre più viva l’esigenza di andare alle prime origini di quell’idealismo che aveva trasformato il mondo moderno: la filosofia del Rinascimento italiano.




Rileggere l'opera L'esistenzialismo è un umanismo, pubblicata da Sartre nel 1946, per non dimenticare chi, cosa siamo e cosa possiamo fare per rendere la nostra vita autentica. Che Dio esista o no, che s’interessi alla vita di ogni singolo individuo o rimanga indifferente, è responsabilità di ogni singolo individuo creare la propria vita.




Benché si parli continuamente di principio rieducativo all'interno del mondo giuridico e penale, pare che quel proposito sia continuamente contraddetto dalla prassi carceraria. Un vecchio anarchico prova a spiegarci il perché. 




 

Il limite di ogni rivoluzione è nel fatto che essa realisticamente e costituzionalmente non può far altro che prolungare il passato e perciò dopo che abbia avuto accesso al potere non si preoccuperà più di distruggere quel passato ma di tutelare il suo presente.




Chiedersi quale sia la funzione del pensiero filosofico nella vita è cosa assai frequente, soprattutto per gli addetti ai lavori. Il nostro intento è proprio quello di addentrarci in questa complessa questione. Nel far ciò, l’appoggio principale sarà l’opera Elogio della filosofia di Maurice Merleau-Ponty. Rilevando la condizione umana del non-sapere come cifra essenziale del sapere filosofico, egli esprime la necessità di una riconsiderazione profonda della figura di Socrate. 




« A volte vorrei lasciarmi, ma non saprei con chi altro andare. A volte mi innamoro di me, e ritorno a giocare. »  (Ex Otago)




 Quando ci si accorge che i comfort materiali non sopperiscono alla mancanza di valori che la società propone, allora l’insoddisfazione è l’unica risposta che si riesce a dare alla realtà.




Attraverso le crisi economiche, la figura del banchiere Alan Greenspan – con le sue politiche e, da ultimo, con le sue parole nel libro Capitalism in America, in cui in esplicita la sua filosofia – ci restituisce con nitidezza, in una immagine non più trasfigurata, l'anima del capitalismo. Un capitalismo che non si è corrotto nel tempo, ma che è esso stesso la corruzione.





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