Alla ricerca di una semplice complessità

 

Cercare il vero è l’impresa che ogni giorno muove le nostre azioni; e la semplicità che siamo in grado di raggiungere è l’attributo che qualifica e arricchisce il risultato che siamo riusciti ad ottenere. 

 

di Simone Basso

 

Claude Monet, "Stagno delle ninfee" (1899)
Claude Monet, "Stagno delle ninfee" (1899)

 

Ogni concetto o idea che sviluppiamo nel tempo è il tentativo di ampliare e migliorare la conoscenza di cui disponiamo. Questa ricerca inizia quando si cominciano a comporre i primi pensieri e continua per tutta la vita; essa accompagna ogni scoperta. Il riuscire a comprendere meglio ciò che in precedenza si sapeva superficialmente significa conoscere un insieme maggiore delle relazioni di cui si compone la realtà. 

 

Le idee che si riescono a far proprie aumentano la complessità della conoscenza che si aveva fino a prima. Infatti, sapere qualcosa in più non significa non sapere più ciò che si sapeva in precedenza, bensì riuscire a far convivere la conoscenza precedente con quella successiva; “riuscire a far convivere” ovvero essere consapevoli di come tali conoscenze si relazionino con la realtà, individuandone i punti critici e quelli più di valore. Anche qualora il credere precedente si sia rivelato fallace, la nuova idea che viene sostenuta è il frutto di quel credere e dell’insieme degli elementi della realtà che ne hanno consentito la messa in discussione. Il nuovo pensiero pertanto per essere migliore, dev’essere conscio di sé, intendendo con ciò il processo e le svariate conoscenze che nel tempo l’hanno determinato. 

 

La conoscenza si compone, infatti, non delle singole nozioni che nel corso della vita si apprendono, ma di tutte le diverse motivazioni in grado di spiegare e dare ragione dello sviluppo che ha portato il pensiero a ritenere che fossero le più vere. Ogni idea vuole essere vera e, per essere tale, necessita di mostrarsi vera nel confronto con ogni altro ambito della realtà di cui intende essere una parte. 

 

Dopo un lungo cammino succede allora che si fa un passo avanti nella comprensione della realtà, si assiste ad un aumento della conoscenza senza che da ciò ne derivi necessariamente anche un aumento della complessità del proprio credere. Anzi. Spesso, l’arrivare a riuscire a padroneggiare con più semplicità il vasto insieme dei propri pensieri è sinonimo di maggiore comprensione, in quanto, alle diverse idee e ai diversi concetti, si è aggiunta quella conoscenza in grado di ordinare il tutto con dimestichezza e maggiore organicità. 

 

Dipinto di Rossella Curato
Dipinto di Rossella Curato

 

Va sottolineata a questo punto l’utile distinzione tra il significato della parola semplicità e quello della parola facilità. Essi non sono sinonimi. Con il primo termine ci si riferisce alla caratteristica della struttura di un certo oggetto, o idea, capace di apparire intuitivo e comprensibile. La facilità invece si riferisce alla modalità con cui un certo risultato o pensiero può essere raggiunto. 

 

Semplicità e facilità differiscono per l'oggetto a cui si riferiscono. La semplicità è una caratteristica dell’oggetto, o dell’idea, che si vuole descrivere; la facilità invece è una caratteristica del percorso con cui un certo risultato può venire raggiunto. Ciò che è semplice può richiedere un duro sforzo e un lungo percorso per essere conquistato; mentre invece ciò che è facile, essendo un aggettivo riferito alla maniera in cui si raggiunge un certo risultato, identifica il modo più veloce e meno dispendioso per conseguirlo.

 

Questa differenza implica che ciò che è raggiungibile facilmente risulta essere immediatamente comprensibile perché espressione di un percorso breve, non relazionato ad un gran numero di altri elementi che compongono la realtà, e di conseguenza poco ricco di conoscenza. Al contrario la qualità della semplicità racchiude in sé l’intero processo che ha permesso di giungere a quel risultato. La sua verità si ritrova quindi ad essere continuamente riscoperta al termine di molti percorsi di ricerca differenti. 

 

La semplicità è il luogo entro cui si racchiude l’immensa verità che ci circonda.

 

L’affermazione facile è un’affermazione che è il risultato di un percorso breve, ovvero non il frutto di un approfondimento critico ma di una veloce occhiata della realtà; da ciò consegue che quindi sarà anche facilmente falsificabile. L’affermazione semplice invece può essere il risultato di un percorso ricco di difficoltà ed estremamente complesso ma che, giunto ad un certo grado di chiarezza, riesce ad essere sintetizzato in modo da essere altrettanto intelligibile. L’idea semplice ma vera viene illuminata ogni volta che viene riscoperta da una luce nuova, in grado di mostrare ancora e ancora la propria ricchezza. Come ebbe a dire il fotoreporter Mario Dondero:

 

« La semplicità è il risultato di un percorso, più che un inizio. »

 

La scoperta e il dipanamento della complessità del reale, di ciò che ancora non conosciamo ma che vorremmo conoscere, suscita negli animi fascino e meraviglia. Davanti a ciò che non si capisce e che a prima vista sembra difficile e astruso, spesso si pone un nuovo traguardo a cui aspirare. 

 

Le idee e le cose semplici sono le più importanti se vengono accompagnate dalla ricerca delle verità di cui sono espressione. Non ci si potrà mai stancare della semplicità che porta con sé la nascita di un fiore, perché risultato di un evento in grado di celare in sé, con leggerezza, le incertezze e i dubbi profondi che scuotono lo spirito dell’uomo. Un fiore è bellezza, è relazione con la terra, è vita; esso è capace di racchiudere temi e problematiche riguardanti i più diversi ambiti della conoscenza umana: dalle scienze naturali, fino alla filosofia… le questioni che in esso sono contenute impegnano ed emozionano l’uomo da secoli.

 

Dipinto di Elena Domina
Dipinto di Elena Domina

 

Pur riconoscendo quanto complessa e difficoltosa possa essere la realtà, limitarsi ad osservare da lontano ed accettare l’insieme, talvolta anti-intuitivo e complicato, delle relazioni che la compongono risulta infruttifero. Ed è ciò da cui, con impegno, si deve rifuggire. Un’ottima analisi è offerta dal filosofo colombiano Nicolás Gómez Dávila nelle sue Notas:

 

« Il nostro spirito accoglie con maggior facilità l’idea la cui complessità proviene dalla sua confusione interna e dalla sua vaghezza, piuttosto che quella la cui complessità non è altro che la molteplicità di idee precise e semplici. »

 

Se da un lato il percorso verso la comprensione della realtà implica il confronto con una certa dose di complessità, dall’altro non tutto ciò che appare arduo e complicato si rivelerà un’importante fonte di conoscenza e verità; esso piuttosto sarà l’espressione di quel pensiero che ancora non è pervenuto ad una buona sintesi dell’oggetto del proprio ricercare. La verità è la semplicità che si cela nella complessità. 

 

7 settembre 2018

 








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