Cogliamo l'occasione della giornata di festa per riprendere un tema scottante come il femminismo. Se il 25 aprile non è una ricorrenza, ma un punto di svolta che metteva in campo specifici ideali, è bene riattivarne la potenza effettiva. 




L’idea che la ricerca del profitto possa essere un incentivo che favorisce il cambiamento in meglio della società è una credenza di cui disfarsi quanto prima.

 

 



di Silvia Contini


 L'odore di bruciato che si erge da una società che, con il pensiero dello scarto, ricusa il significato dello stare al mondo dei fragili.



di Francesco Pietrobelli


In occasione della Giornata della terra, pubblichiamo questo articolo uscito su Senza Tregua che evidenzia la necessità di uscire da un'ottica esclusivamente individualistica se si vuole veramente, prima che sia troppo tardi, affrontare la crisi ambientale in atto.




Qualunque animo venga a contatto con la forza non può sfuggire alla cosificazione, poiché essa si scaglia tanto sullo schiavo quanto sul potente. Il “contraccolpo” subito dal potente dimostra non solo l’impossibilità di prevedere e dirigere gli effetti della forza, ma anche l’illusione di poterla controllare. Gli uomini sono dunque illusi di poter governare la forza e i suoi effetti e ne risultano doppiamente vittime. 




Un possibile incontro tra Martin Heidegger e Jacques Lacan, per quanto difficile e rischioso, può diventare un’importante esperienza di pensiero tra filosofia e psicoanalisi, che ci permette di ampliare gli orizzonti del nostro essere al mondo.




La pandemia ha imposto la serrata planetaria delle scuole. Le aule si sono svuotate da un giorno all’altro in tutte le scuole di ogni ordine e grado. Laddove prima l’attività didattica era accompagnata dalle infinite sfumature di voci e dalle emozioni di discenti e docenti, ora regna il quasi assoluto silenzio, interrotto solamente da quel minimo di attività amministrativa necessaria per tener in vita l’istituzione scolastica. 




Umanesimo e Illuminismo sono accomunati dalla necessità di servirci della nostra coscienza e della nostra ragione in qualsiasi momento della nostra esistenza. Recuperare i principi autentici della filosofia diventa fondamentale per indagare sulla nostra libertà, sulle nostre relazioni, sulla società del nostro tempo.




Ad essere qui cruciale non è semplicemente l’abbandono di un qualche orizzonte veritativo, non è la mancanza di una lettura complessiva del reale, bensì, quasi al contrario, la pretesa assolutizzazione del mondo medesimo, il far coincidere il proprio essere finito con l’infinitezza stessa, finendo per perdere entrambi; non vi è smarrimento della verità, bensì il suo abuso, il ritenere di potersene appropriare, manipolandola ai propri scopi infiniti.




Il Prof. Roberto Mordacci spiega su Gazzetta Filosofica la sua sfida al postmoderno, affrontata nel libro La condizione neomoderna.



di Lucia Gangale


La Arendt è convinta che a differenza della natura, la storia sia piena di eventi e che questa frequenza abbia la sua unica ragione nel fatto che gli eventi storici sono di continuo creati e interrotti dall’iniziativa dell’uomo, che è un initium in quanto agisce.




Checché se ne dica l’umanità, con tutte le difficoltà del caso, progredisce, non regredisce, non va verso il peggio, ma verso il meglio.



di Antonio Andretta


L’epoca attuale ha definitivamente sancito la morte di Dio. La mentalità comune intende questa rivoluzione come un’enorme conquista, ma forse le nuove catene della presunta libertà sono ancor più opprimenti per il nostro spirito.




Questo articolo, che vuole essere un seguito dell’articolo di Valentina Gaspardo Contro l’elitismo, si propone di evidenziare le maggiori contraddizioni teoriche dell’approccio elitista e di suggerire una prospettiva differente.




Nell’ottica di una comprensione della vita che tenga insieme dialetticamente il naturale e il politico, Illetterati fa notare come la tutela di quella che Agamben intende come nuda esistenza biologica sia in realtà la tutela anche della vita “degli altri”, vale a dire di quel terreno comune, composto parzialmente ma inevitabilmente dalla vita biologica, a partire dal quale è possibile costruire quella vita degna che Agamben auspica.



L'omelia del Papa, nel giorno della benedizione urbi et orbi, rievoca attraverso il Vangelo l'imprescindibilità della fede al cospetto della "tempesta". Ma che fede è quella che prega di "placare"? La vera fede non è piuttosto quella che si rivolge serenamente al Destino? E allora cosa la distingue dal sapere?




Di fronte a una realtà scolastica ancora permeata di quel trasmissivismo che molti pedagogisti hanno cercato e stanno cercando tuttora di combattere, la prospettiva educativa di Danilo Dolci contenuta nell’opera Chissà se i pesci piangono rappresenta una concreta alternativa per imprimere quel cambiamento decisivo di cui l’istituzione scolastica ha bisogno.



di Hans-Georg Gadamer


L'attuale problema politico è questo: cinque anni di governo presentano una sproporzione, una discrepanza rispetto a scelte che decidono di decenni, di secoli e forse dello stesso destino del pianeta; e la cultura, che una volta ha realmente contribuito alla formazione dell'umanità e del suo destino, oggi, nel mondo produttivo e del lavoro, è divenuta in qualche modo un museo.




Nel suo ultimo libro, il filosofo Vittorio Possenti rimette al centro il filone epistemico della grande filosofia italiana, discutendone gli esiti metafisici novecenteschi e proponendo una versione realista della filosofia dell'essere.



di Alessandro Tosolini


In che rapporto stanno l'uomo e la natura? Come possiamo intendere questo rapporto senza scadere in un volgare determinismo o in un relativismo postmoderno? Una via alternativa. 



di Federico Tinnirello


Che significato possiede la responsabilità? Quali apporti può dare la filosofia alla comprensione di questo concetto? Una riflessione che vuole essere un inizio per ritornare ad interrogare la responsabilità come via maestra alla comprensione della realtà.




 Se, come ricorda Sidgwick, la morale è «qualsiasi procedura razionale attraverso cui determiniamo che cosa gli esseri umani ‘dovrebbero’ — o che cosa è ‘giusto’ — fare», allora, finché ci saranno delle azioni umane, ci sarà sempre dietro un’etica che le guida. Pensare di agire moralmente equivale a pensare di poter non agire.




Uno sguardo ai contenuti pubblicati sui social media più in voga, del momento da quando tutta l’Italia è entrata in quarantena, fa emergere il dato che una nuova consapevolezza si fa strada tra gli italiani: la creatività può spronarci a superare il disagio che deriva dal forzato isolamento e può aiutarci a superare i momenti di incertezza e paura riguardo al futuro. Sorge, però, una domanda che si accompagna a tale fenomeno: c’era bisogno che fosse dichiarato lo stato d’emergenza perché la nostra società riscoprisse il valore curativo della creatività?




Cos'è la consulenza filosofica? La filosofia può essere una professione? Tentativi di riflessione sull'argomento.




Le prese di posizione di Agamben sull'epidemia da covid-19 hanno infuocato il dibattito filosofico italiano, generando una piccola gogna mediatica. Alcuni, pochi, hanno però provato a dialogare. Si può trarne qualcosa di buono?




Per una decostruzione critica della crisologia.





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